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Luca Palamara

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Il calabrese Luca Palamara scende in politica e si candida a Roma, nelle elezioni suppletive per la Camera dei deputati.

L’ex numero uno dell’Anm, ormai, è definitivamente fuori dalla magistratura a seguito dell’inchiesta che ha subito ad opera della procura di Perugia. Ma lui non demorde, convinto delle sue ragioni.

In una nuova intervista al Quotidiano – una delle prime che rilascia da politico – ci parla della sua scelta di candidarsi per il Parlamento; ci parla di alcune frasi di Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, in pole position per andare a dirigere la procura nazionale antimafia; ci parla della vicenda di Enzo Tortora.

Gli abbiamo pure chiesto se votasse in Calabria, a chi voterebbe alle regionali di ottobre e ci ha dato una risposta un po’ “democristiana”. Ma va bene lo stesso.

Perché ha deciso di scendere in politica?

«Ho deciso di dare gambe al racconto che è nato soprattutto per la richiesta dei tanti che volevano sapere la verità: in molti infatti mi hanno chiesto di capire il funzionamento del sistema delle correnti. Penso che per coerenza io debba mettere a disposizione quella che è stata la mia esperienza e quello che è il mio bagaglio di informazioni e di conoscenza per provare a riformare la giustizia. Rispetto a questa esigenza di cambiamento credo che i quesiti referendari possano rappresentare una nuova linfa per una magistratura credibile e autorevole e dare la possibilità a quei tanti magistrati che sono stati esclusi dal sistema di diventare protagonisti. E’ con questo spirito riformatore che mi candido al collegio uninominale di Roma Trionfale, Primavalle, Bravetta Pisana, Gianicolense, Corviale Casetta Mattei ,Aurelio, Boccea, Casalotti. Voglio metterci la faccia e tutta la mia esperienza e andare fino in fondo in questa battaglia per la verità e la Giustizia».

Se eletto, si toglierà qualche sassolino (per usare un eufemismo) dalle scarpe, contro qualcuno? Ricordando, magari, la morale del suo libro preferito, il Conte di Montecristo.

«Non ho nessun intento vendicativo ma la volontà di rendere una testimonianza civile sul tema della giustizia e sulla volontà di rappresentare le istanze di un quartiere importante della città in cui vivo».

Gratteri, qualche giorno fa, parlando del putiferio scatenatosi nella magistratura a seguito dell’inchiesta su di lei, ha detto: «vorrei sapere perché ha pagato solo Palamara». Come ha preso questa frase, bene o male?

«Mi ha fatto piacere. L’ho trovata di una grande onestà intellettuale, soprattutto da chi ha sempre avuto una visione autentica e genuina sul meccanismo delle correnti in magistratura . E questo, lo dico nonostante le nostre posizioni, su alcuni temi del processo, tra cui riforma Cartabia e carcerazione preventiva, non siano sempre
coincidenti».

In Calabria, a ottobre, si vota per le elezioni regionali. Ora che è sceso in politica, da originario calabrese, a chi voterebbe Palamara, fra i candidati in lizza nella nostra regione?

«Sono visceralmente legato alla terra di mio padre. La amo profondamente. Per questo farò il tifo per il candidato che farà diventare la Calabria ciò che merita ovvero la regione più bella d’Italia».

Ci parli, infine, di Enzo Tortora.

«La vicenda di Enzo Tortora mi ha sempre insegnato che è necessario non accontentarsi mai di una verità superficiale e, soprattutto, che bisogna sempre riscontrare le dichiarazioni che provengono da chi può aver interessi individuali a raccontare una cosa, piuttosto che una altra».

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