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Bruno potrà diventare Mina all’anagrafe senza sottoporsi necessariamente all’intervento chirurgico: è quanto dispone una sentenza emessa lo scorso 12 maggio dal Tribunale di Napoli Nord – con un collegio giudicante tutto al femminile – secondo il quale “per ottenere il riconoscimento giuridico della identità di genere prescelta è sufficiente una modifica dei caratteri sessuali secondari, come la distribuzione delle masse muscolari e della forza, dell’adipe, dei peli, della laringe e della voce, delle mammelle, realizzabile normalmente mediante cure ormonali”. Lo stesso principio era stato sancito nel luglio scorso dalla Cassazione, che aveva accolto il ricorso di una associazione per i diritti lgbt dopo le decisioni del tribunale di Piacenza e della Corte d’Appello di Bologna contrarie al cambio d’anagrafe per una persona trans che non si era operata.
    “É la fine di un calvario”, fa sapere Mina attraverso il suo avvocato Federica Medici.

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