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QUANDO, nell’ambito delle periodiche riunioni con i miei collaboratori, abbiamo parlato della iniziativa “Mai più fango. Un sms per Sibari”, promossa da “Il Quotidiano della Calabria” su impulso del suo direttore Matteo Cosenza, vi è stato “un entusiasta ed unanime coro di sì”. Un Sì fattivo, una tensione etica e civile, che come per natura sono abituato a fare è nelle corde e nelle funzioni del Consorzio di Bonifica. Il pensiero subito è andato all’articolo 9 della nostra Carta Costituzionale, che ha poche analogie con le costituzioni di tutto il mondo, che afferma: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione”. Ma dobbiamo metterci del nostro con passione e determinazione. Noi contribuiremo a farlo, con tutte le nostre energie e con la capacità di coinvolgimento e persuasione che ci caratterizza. 

La nostra identità si basa sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale e archeologico unitario che non ha eguali nel mondo. Non appena delineate le coordinate complete della iniziativa, abbiamo già programmato che in tutta la corrispondenza in uscita, verrà messo un “post” con evidenziate le modalità per contribuire. Naturalmente, la “batteria telefonica” funzionerà a pieno regime per informare e sollecitare gli innumerevoli rapporti istituzionali e dell’ambito amicale. Ed ancora: le competenze tecniche e non solo, che esistono all’interno del Consorzio, fin d’ora sono a disposizione per dare il proprio contributo per la fase di “un nuovo splendore per Sibari”. Certo, l’iniziativa ha una grande validità, ma è “giusto e onesto” dire che in generale il futuro del nostro territorio deve avere una visione, certamente di testimonianza personale, ma deve vedere uno stop ed una efficace azione di prevenzione per mitigare il rischio alluvioni e dissesto idrogeologico, che stanno caratterizzando, con drammaticità la convivenza e le occasioni di sviluppo. 
Come Consorzio di Bonifica, abbiamo l’ambizione di dire che conosciamo il territorio, che ci stiamo liberando di fardelli e quindi siamo pronti, ad ancora più efficaci e penetranti azioni di prevenzione e salvaguardia, con progetti innovativi e sostenibili, capaci anche di creare lavoro e prospettive occupazionali ed attingendo a quel fecondo cantiere formativo che sono le Università calabresi. Riaccendere la luce di Sibari è una mirabile attenzione all’ordine del creato. Una politica sostenibile di uso dell’idrogeologico. 

*presidente Consorzio Ionio Catanzarese
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