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SI riparla di Sibari grazie a questo giornale. Altrimenti saremmo nella notte più buia. Come al solito tante chiacchiere in questi mesi e zero fatti. Sì, zero assoluto di fatti ed una domanda che ci gira nella testa da tempo: questo Governo (ma anche quello precedente, in verità) pensa davvero di cavarsela con le parole, gli annunci e le dichiarazioni a mezzo stampa? Riassumiamo per gli immemori il calendario delle visite, alcune ufficiali ed altre addirittura in privato, negli ultimi dodici mesi: dopo i tragici fatti dell’alluvione degli scavi sono arrivati a Sibari – andiamo a memoria e forse qualcosa la saltiamo pure – tre volte l’ex ministro Barca; poi due volte l’attuale ministro Bray, una volta il ministro Orlando. Un diluvio di presenze, con seguiti di annunci che facevano francamente prevedere il meglio. 

 Non è chiaro quante volte siano stati in zona gli esponenti della Giunta regionale Scopelliti, e poi della Provincia di Cosenza, e poi del Comune. Non si contano le dichiarazioni fatte da Barca e dallo stesso Bray sul valore degli scavi, sul sito archeologico eccetera. Patrimonio dell’umanità, valore incredibile, eccetera eccetera. Non è, però, altrettanto chiaro quante somme siano state stanziate e/o spese, visto che sono passati mesi e mesi dall’inizio di questa vicenda e lo stato dell’arte è identico a quello che portò alla catastrofe. Al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray , che con tanta giusta solerzia – e gliene saremo sempre grati – ha risposto alle sollecitazioni degli amministratori calabresi affinché si accelerasse la riapertura del Museo della Magna Grecia con i Bronzi dentro, vorremmo sottolineare che forse altrettanta solerzia concreta e fattiva si dovrebbe mettere per cercare di fare uscire dalle chiacchiere la vicenda Sibari. Se infatti i Bronzi sono «testimoni della ricchezza del patrimonio culturale calabrese», come ama ripetere il presidente Scopelliti, forse l’area archeologica di Sibari non è da meno. 
E se i dati forniti da Simonetta Bonomi, Soprintendente ai Beni archeologici della Calabria che ha parlato di 17 mila visitatori nel Museo di Reggio dopo la riapertura in coincidenza con il ritorno dei Bronzi di Riace al termine del restauro conservativo, sono esatti (e lo sono) forse si può tentare di ripetere la stessa operazione a Sibari. «Si tratta di numeri importanti, testimonianza di un prezioso lavoro sinergico che ha prodotto effetti. La Calabria deve continuare a puntare sui propri tesori», ha commentato entusiasta il presidente Scopelliti a proposito di quei dati forniti dalla Bonomi. Ma Sibari non è forse un tesoro come i due guerrieri di Riace? Ma se la situazione a Sibari resta quella di un anno fa – come le decine di testimonianze fin qui raccolte da questo giornale evidenziano – questo tesoro è destinato a svanire. Dopo i Bronzi a Reggio il ministro Bray ha anche sistemato la pratica della reggia borbonica di Carditello, nel Casertano. Tre milioni per i primi restauri, ce ne vorranno almeno 11 per un segnale tangibile (e in un mare di polemiche). Aspettiamo quindi fiduciosi i fatti anche per Sibari perché a chiacchiere siamo, come si dice, davvero a zero.
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