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GIUNGE notizia che in un quartiere di una delle più grandi città della regione da qualche tempo le strade non sono più piene di buche. Pare che l’anomalia sia emersa quando in quel rione è andato ad abitare il responsabile dell’ufficio del Comune che si occupa delle manutenzioni viarie. E ammesso che sia lui il responsabile dell’efficienza, che gli vuoi fare? Lo vuoi mettere sotto inchiesta? E per cosa, per aver fatto il suo lavoro? 

Ecco, la prima cosa che ti viene in mente è che il manigoldo lo abbia fatto solo per il benessere dei pneumatici della sua auto (pare sia single e viva da solo). A pensarci bene, invece, ti verrebbe di baciarlo in fronte e di invitarlo una volta qua e una volta là in giro per la città per vedere se, dopo esserci incappato, sarebbe capace di far coprire con la stessa efficienza le buche di tutte le strade. Giunge voce, subito dopo, che la notizia non sia vera, e ti assale lo scoramento, perché già prendeva corpo (si fa per dire) il sogno che anche una grossissima personalità (ma proprio grossa, perché l’esperienza degli ultimi decenni insegna che non basterebbe, purtroppo, un ministro e forse neppure un presidente del Consiglio) prima o poi decida di prendere casa per il weekend dalle parti di Reggio e che da Roma, per via della paura di treni e aerei, sia costretto a raggiungere la meta del relax in auto o in pullman percorrendo la Salerno-Reggio Calabria. E che ci vuoi fare, mentre la notizia qualcuno te la può smentire, i sogni non si toccano. E allora lasciateci sognare, perché per il resto… 

Proviamo a restare ai fatti: scopriamo, allora, che veniamo presi per i fondelli da decenni. L’A3, il tratto calabrese della Salerno-Reggio Calabria, per restare nell’area geografica dal Pollino in giù, non è stata completata. Lo sarà solo quando, se ti metti in viaggio da Cosenza a Reggio, da Sibari a Vibo, o da Pizzo a Scilla, in tutti i casi, non ti imbatti in cantieri, piccoli o grandi. Gli obiettivi, le promesse, gli impegni non incidono sui tempi di percorrenza e soprattutto sulla fiducia e sul sistema nervoso del viaggiatore. Partiamo, dunque, dal “fatto” che l’A3 non è stata ancora completata. 

Ora, la tragedia del crollo di una campata – chiusa al transito – di un viadotto (perché essendo morto un operaio di tragedia si tratta), ai primi di marzo (LEGGI LA NOTIZIA), ha determinato una situazione che ha tutta l’aria di essere di non semplice soluzione in tempi rapidi. La deviazione sulla “viabilità ordinaria” per via dell’interruzione autostradale tra Mormanno e Laino Borgo sta provocando disagi a chi esce dalla Calabria o vi entra che difficilmente appaiono aggettivabili (LEGGI LA NOTIZIA). Sì, perché la cosiddetta “viabilità ordinaria” è un budello pieno di curve e insidie che una volta (quando i “carichi” erano ben diversi) poteva essere tranquillamente definito una “strada”, ma che oggi, a percorrerlo con pullman e mezzi più grandi che si sfiorano in discese ripide come le macchinine di un autoscontro dell’orrore, a voler essere generosi ed eleganti chiameresti mulattiera. 

Per i lavori di ripristino occorre che l’autorità giudiziaria dissequestri il tratto crollato (LEGGI LA NOTIZIA). Il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, ha spiegato all’Ansa che la magistratura sta facendo di tutto per accelerare l’iter di accertamento e che – ci mancherebbe altro – il dissequestro interverrà nel momento in cui saranno tecnicamente accertati i requisiti di sicurezza per la pubblica incolumità. Superato, si spera presto, questo requisito, si passerà alla fase dei lavori. Si spera, per quel tempo, che se non proprio una personalità di grado mondiale, almeno un ministro per volta percorra in auto la Salerno-Reggio in quel tratto tutte le settimane. Senza saltarne neppure una. E abbondantemente prima dell’estate ci vada pure il premier Renzi, in auto o in pullman. Diversamente non ci resta che sognare. Buona Pasqua. Di più a chi ha la coscienza a posto.

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