X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

 

COME era prevedibile, all’indomani dell’esecuzione dei provvedimenti nell’ambito dell’inchiesta Rimborsopoli alla Regione (gli investigatori l’hanno chiamata in altro modo, ma Rimborsopoli rende meglio), è cominciato il tiro al piccione incrociato di massa, una Babele alimentata da dichiarazioni di difesa (del tipo: “dimostrerò la mia estraneità perché le spese erano regolari”), critiche alla magistratura, indagati che prendono le distanze da altri (“Io non ho fatto alcunché, magari quegli altri…”), richieste – più o meno timide – di dimissioni e tutto ciò che, seppur legittimo, rischia di allontanare l’attenzione su due punti. 

Il primo è che l’aspetto giudiziario della vicenda è una cosa, quello etico un’altra. Per la parte giudiziaria, è superfluo ribadire che, per fortuna, esiste il principio della presunzione di innocenza, per cui gli indagati avranno modo di difendersi nelle aule dei tribunali e fino ad una eventuale pronuncia definitiva di condanna dovranno essere considerati innocenti. E per favore, prendiamoci una pausa dalla solita filastrocca che per colpa dei giornalisti la gente li vede già come mascalzoni condannati.
Sempre sul piano giudiziario, è assolutamente possibile (oltre che umanamente auspicabile) che gli ex consiglieri regionali indagati riescano a dimostrare che quelle condotte che vengono loro contestate non siano configurabili come reati; è assolutamente possibile, cioè, che vengano prosciolti o assolti per una serie infinita di ragioni, così come è assolutamente possibile che già in questa prima fase riescano a dimostrare che la misura cautelare del divieto di dimora in Calabria (alcuni sono stati mandati letteralmente al confino) è eccessiva per le accuse loro mosse. Sono aspetti che riguardano i singoli certificati del casellario.

Sull’aspetto etico, invece, poiché sarebbero state già accertate richieste di rimborso di spese per centinaia di migliaia di euro relative a viaggi, champagne, lampadari, penne pregiate, detersivi, hotel di lusso, pneumatici, gamberoni, carne (sì, la carne acquistata in macelleria), prodotti da supermercato e via dicendo, a comporre un bizzarro e variegato paniere di mercanzie, ecco, su questo davvero c’è ancor meno da dire. Un politico che ha sperperato soldi pubblici per sollazzare se stesso ed altri, o ha semplicemente fatto la spesa senza toccare il portafogli personale si deve semplicemente vergognare. A volte è un esercizio catartico ed è gratis. Non sono necessari i tre gradi di giudizio: chi sa (perché chi lo ha fatto lo sa) di aver sperperato abbia la compiacenza di vergognarsi, subito, e di avere il buon gusto di sparire dall’agone politico. E se qualcuno sa che quel tizio ha sperperato, senza il bisogno di attendere l’esito del processo, abbia la lungimiranza di non votarlo più. A tal riguardo, prima di dire, tra amici al bar, che quel politico è da decenni in auge e che quel politico è un farabutto “e tutti lo sanno”, contiamo fino a dieci e impieghiamo questi pochi secondi per verificare se magari lo abbiamo votato pure noi.

Sempre sotto l’aspetto morale, la questione chiama in ballo i partiti. Anche in questo caso inutile ingrossare il fiume di parole: se vogliono continuare a blaterare di codice etico solo a fini pubblicitari, lo facciano pure, tanto gli elettori hanno ampiamente dimostrato che ci credono sempre meno, e loro, i partiti, prenderanno batoste sempre più sonore, con le rituali analisi post elettorali in virtù delle quali non si perde quasi mai.

Il secondo punto ci catapulta nella situazione della Regione Calabria che l’operazione della Procura di Reggio ha indubbiamente complicato. Qualcuno ha chiesto a Oliverio di dimettersi. Lui ha annunciato per la prossima settimana la nuova Giunta. Ora, la Calabria, anche quella che non ha votato, ha urgente bisogno di essere amministrata con una efficacia straordinaria. È moribonda, ha bisogno dell’ossigeno. E ne ha bisogno subito, altrimenti rischia di morire. Se se la sente, il governatore faccia in fretta, anche perché di tempo dalla sua elezione ne è passato troppo. Tenga conto delle esigenze che riterrà di privilegiare (la responsabilità in questo momento è gravosa e agli occhi dei calabresi senza ossigeno è tutta sua), e se riuscisse a fare in poche ore scelte coraggiose, che comunque aiutino a sanare le ferite che l’ombra della pessima politica ha inferto a questa terra, sarebbe il suo primo grande risultato.

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE