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CATANZARO – Dovevano essere le elezioni che chiudevano il polverone di polemiche sollevate dopo le dimissioni improvvise di Michele Traversa. Ed, invece, il capoluogo di regione è piombato nella sua crisi più nera dal punto di vista politico e amministrativo. Un’inchiesta della Procura della Repubblica per compravendita di voti, l’intervento dell’Ufficio elettorale centrale per comprendere cosa possa essere accaduto in almeno tre sezioni, la protesta del centrosinistra mentre il centrodestra da un lato esulta dall’altro attende l’ufficialità, fino alla richiesta del Codacons di annullare tutto.

LA SITUAZIONE IN TEMPO REALE – E’ ripresa nell’ufficio della commissione elettorale che si trova in tribunale, sotto la presidenza del giudice Domenico Commodaro, l’operazione di una delle tre sezioni contestate, dovrebbe essere stata avviata la numero 84, che ha raccolto i voti degli elettori di Catanzaro Lido. Sempre nella stessa zona si trovavano le altre due sezioni contestate, la numero 85 e la 86. Nell’aula del palazzo di giustizia sono chiusi il presidente Commodaro, i sei componenti della commissione, nominati dal tribunale, e i rappresentati di lista, oltre alle forze dell’ordine. Momenti di tensione si sono registrati per le operazioni di avvio. I rappresentanti di lista autorizzati ad entrare, infatti, sono quelli indicati al momento della presentazione delle liste e destinati proprio in caso di controversie che chiamano in causa la Commissione. Il problema si è registrato dal momento che il centrodestra ha un solo rappresentante, quello del Pdl, mentre il centrosinistra è al completo. Dopo qualche parola tra i vari esponenti politici, il lavoro è stato iniziato. 

Secondo quanto è trapelato, la Commissione ha dato il via al riconteggio della sezione 84. Nella sezione 85, invece, ci sarebbe un dato non univoco, dal momento che risulterebbe una scheda in più di quanti sono stati gli elettori. Per il resto, i dubbi riguardano alcune decine di schede contestate o nulle. Nel palazzo di giustizia, dove sono in corso le operazioni di verifica, è arrivato anche il questore Vincenzo Roca che sta assistendo al lavoro della commissione.

Intanto, il candidato di centrosinistra Salvatore Scalzo sta tenendo una conferenza stampa insieme al commissario regionale del Pd, Alfredo D’Attorre. Per il commissario D’Attorre, «nessuno si deve arrogare il diritto di proclamare il sindaco. Vogliamo fare luce e fare rispettare le regole, considerato che al momento non abbiamo certezze sull’esito del voto». L’invito espresso da D’Attorre nel corso della conferenza stampa, è quello di “mantenere un atteggiamento di compostezza e rigore».

 

L’INCHIESTA DELLA PROCURA – La stretta di mano tra Abramo e Scalzo, i due contendenti principali, avvenuta ieri a palazzo de Nobili, è già acqua passata. Ora si è aperta la fase dei dubbi, delle accuse, delle denunce. Mai come oggi Catanzaro è nella bufera e vive un momento di assoluta incertezza. L’ipotesi della Procura della Repubblica è inquietante: compravendita di voti. E non è un fascicolo aperto su denuncia, ma un’indagine scaturita da un’informativa della Digos, che a Catanzaro svolge da sempre in maniera professionale il suo compito. Secondo i riscontri degli uomini guidati dalla dirigente Marinella Giordano, un candidato al Consiglio comunale e un suo sostenitore, avrebbero messo in atto una serie di azioni per accaparrarsi le preferenze a proprio vantaggio. E tutto questo sarebbe avvenuto nel quartiere di Siano, un’area dove ci sono candidati che godono di numeri altisonanti nelle preferenze. Il sostituto Gerardo Dominijanni ha fatto il primo passo aprendo il fascicolo, l’evoluzione si vedrà.

LE LITI NEI SEGGI – Una tegola incredibile per la classe politica catanzarese, ma soprattutto per Sergio Abramo, che già nella notte aveva festeggiato il suo ritorno sulla poltrona di sindaco della città. Un dato che attende, tra l’altro, di essere ufficializzato. Il giorno dopo la chiusura dei seggi, infatti, nulla è ancora certo. Quel che si sa è che Abramo potrebbe superare la soglia del 50 per cento per una manciata di voti. Forse 400 voti in più del necessario per scongiurare il ballottaggio. Occorrerà, però, attendere il lavoro dell’Ufficio elettorale centrale presieduto dal giudice Domenico Commodari. Toccherà ai magistrati dirimere le controversie nate intorno ai tre seggi, tutti situati nel quartiere di Lido. C’è chi parla di un numero di schede superiori a quello dei votanti, chi riferisce di incongruenze tra il numero di schede bianche effettive e quelle registrate nei verbali. In ogni caso, il dato evidente è che tra contestate, nulle e bianche a Catanzaro qualcosa non è andato per il verso giusto, considerato che il numero supera abbondantemente le mille schede. L’Ufficio elettorale si è insediato poco dopo le 15,30 e sta acquisendo dal Comune i plichi dei novanta seggi. Solo dopo la verbalizzazione di questo passaggio, sarà avviata la verifica. Secondo indiscrezioni, si tratta di regolarizzare i documenti dei tre seggi incriminati e, al massimo, di verificare le schede contestate o le incongruenze tra verbali e schede. Per eventuali, altre contestazioni sarà necessario ricorrere alla giustizia amministrativa, con tempi più lunghi. Quanto, invece, possa durare il lavoro dell’Ufficio elettorale è difficile da prevedere, tutto dipende da quanto sarà problematico il lavoro di verifica dei tre seggi e se sarà necessario procedere con un nuovo spoglio.

IL CODACONS VUOLE RIPETERE IL VOTO – In questo contesto di incertezze, il Codacons chiede chiarezza e lancia l’allarme. In un esposto presentato al prefetto ed alla Procura della Repubblica, l’associazione dei consumatori ha chiesto l’annullamento delle elezioni comunali a Catanzaro.  «Ove rispondesse al vero – evidenzia il Codacons – che nelle urne sono state rinvenute più schede rispetto agli effettivi votanti, le operazioni di voto andrebbero immediatamente annullate. È intollerabile che nell’era dei computer a Catanzaro, oltre 24 ore dopo dal termine delle operazioni di voto, non sia possibile conoscere la volontà dei cittadini, così come sono avvilenti le notizie di schede addirittura superiori ai votanti. Del resto già apparivano ‘curiose’ le affannose richieste, così come ci sono state segnalate, di ‘blocchi’ di certificati elettorali avanzate presso gli Uffici comunali.  Laddove l’Amministrazione comunale – conclude l’associazione – omettesse di costituirsi parte civile nei confronti di tutti i soggetti che saranno ritenuti responsabili delle alterazioni della operazioni di voto, provvederemo noi a sostituirci all’ente».

 

GLI SCENARI – In questo contesto il capoluogo di regione rischia di rimanere nell’incertezza. Per quanto riguarda l’inchiesta giudiziaria potrebbero servire mesi per comprendere la reale portata delle contestazioni. Solo con una conclusione delle indagini e con provvedimenti messi per iscritto si pagherebbe un conto salato che metterebbe a rischio l’amministrazione. 

Tempi più brevi per il lavoro dell’Ufficio elettorale che, finite le verifiche, potrebbe dare il via libera per la proclamazione di Abramo sindaco, salvo un riconteggio che riduca i voti per il candidato del centrodestra. Per fare tutto potrebbero bastare alcune ore o, al massimo, un paio di giorni. Altra incognita resta, però, quella legata ai ricorsi annunciati dal centrosinistra. In quel caso, sarà la magistratura amministrativa a decretare sentenze che potrebbero ricondurre diritti al voto. Anche qui, la tempistica non è immediata e il responso potrebbe arrivare anche tra un anno. Con questi scenari i catanzaresi hanno poco da stare tranquilli. Due elezioni in solo un anno potrebbero essere solo l’inizio di un periodo politico-amministrativo che nessuna città potrebbe permettersi. 

 

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