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CATANZARO – Edilizia sociale, si va avanti. Ancora una volta, infatti, il tentativo di imporre uno stop forzato al secondo bando  pubblicato dalla Regione Calabria-settore casa per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale da offrire in locazione o proprietà a soggetti appartenenti a particolari categorie sociali disagiate, è naufragato. 

Dopo l’ordinanza presidenziale che, ad aprile, con l’accoglimento della richiesta di sospensione di tre decreti regionali, aveva fatto ben sperare la “Gatto costruzioni spa” su un esito della vertenza a proprio favore, ieri mattina sono stati gli stessi giudici del Tar (presidente Massimo Luciano Calveri; referendari: Antonio Andolfi ed Emiliano Raganella) a spegnere ogni entusiasmo. 

Al termine della camera di consiglio di mercoledì 24, infatti, il Tribunale amministrativo regionale ha opposto un secco diniego alla richiesta del ricorrente di annullare, previa sospensione dell’efficacia, il bando in questione e tutti gli atti che ne sono conseguiti (decreti già notificati compresi), ritenendo “prevalente, nel doveroso bilanciamento dei contrapposti interessi da valutare per la concessione della misura cautelare, l’interesse della resistente (Regione Calabria, ndr) al completamento della procedura, peraltro già favorevolmente apprezzato dal Consiglio di Stato in contenzioso oggettivamente connesso, rispetto al pregiudizio meramente patrimoniale allegato dalla ricorrente, sempre riparabile in sede di decisione del merito della controversia”. 

Come dire, che, se l’impresa ha subìto danni dall’iter seguito della Regione Calabria, si potrà rivalere in sede di decisione del merito della controversia. Ma non potrà fermare una procedura già abbondantemente avanzata, nonostante la società, ormai da oltre un anno, abbia ingaggiato una dura battaglia legale contro la giunta regionale che, a pochi giorni dall’insediamento, aveva sospeso l’efficacia e l’esecutività delle graduatorie definitive approvate nell’ambito del bando di gara pubblicato dalla Regione Calabria-settore casa nel 2008 e che l’aveva vista ben collocata in graduatoria. Contro quel provvedimento, infatti, si era immediatamente scatenata l’ira dell’impresa che era stata  ammessa ai fondi per 155 milioni di euro. Ma già all’epoca i ricorsi proposti davanti al Tar erano stati rigettati in sede cautelare, in quanto i giudici amministrativi avevano ritenuto il provvedimento di auto annullamento “adeguatamente motivato, essendo stati rappresentati i numerosi aspetti di illegittimità in cui è incorsa la procedura annullata e le ragioni per cui l’interesse pubblico alla legittimità dell’azione amministrativa sia stato considerato prevalente rispetto all’affidamento dei soggetti destinatari del finanziamento” e avevano fissato l’udienza di merito per il prossimo 23 novembre. 

Il rigetto non aveva, tuttavia, scoraggiato l’impresa che, davanti alla pubblicazione del nuovo bando, aveva varcato di ancora una volta l’uscio del Tar, ottenendone il ritiro. Immediato, era partito l’appello della Regione al Consiglio di Stato, che, in accoglimento della tesi portata avanti dall’avvocato  Giovanni Spataro, aveva sospeso quella decisione, fissando, a sua volta, l’udienza di merito per il prossimo 23 ottobre. La procedura era così andata avanti. E la “Gatto costruzioni” pure. Ieri l’ennesimo capitolo. Con il deposito della decisione, contestuale ad un’altra con la quale il Tar, invece,  ha dato ragione alla “Poggio verde società consortile A Rl”, accogliendone il ricorso e fissando il merito all’udienza pubblica del 23 novembre. 

La storia, dunque, non è ancora finita.

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