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DOPO il gran rifiuto del commissario D’Attorre alla candidatura di Mario Oliverio a segretario regionale del Pd, la situazione nel partito rimane di grande stallo. Mancano pochi giorni alla presentazione delle candidature (il tre di giugno) e il Pd sembra non riuscire a venir fuori da questa logica dei gruppi e in una sorta di gioco al massacro. Siamo ben lontani dalla tanto auspicata pacificazione con Naccari Carlizzi che ha risposto per le rime a Nicola Adamo e la sua volontà di condizionare, sia pure dall’esterno, i lavori congressuali; Mario Oliverio che non ha affatto preso bene il rifiuto alla sua candidatura e vede incrinarsi il suo rapporto con Pierluigi Bersani.

Il problema è che l’uomo del dialogo all’orizzonte non si vede affatto e così tutto ritorna nelle mani della direzione nazionale del partito. Per oggi è prevista una riunione romana in cui si parlerà dell’immancabile caso Calabria. Il nodo politico sta tutto nella volontà dei maggiorenti del partito di sedersi attorno a un tavolo per siglare se non una pace vera e propria almeno una tregua.

 

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Le ultime indiscrezioni, però, dicono che Roma avrebbe già una soluzione in grado di assicurare un po’ di serenità al partito. I soliti ben informati dicono che sia un calabrese capace di riportare tutti al dialogo. Se ne saprà di più nel corso della giornata, ma se questa soluzione dovesse fallire sarà inevitabile la conta che rischia di portare il partito ad un ulteriore sfilacciamento. Il tutto a beneficio di un centrodestra che in Calabria non sembra conoscere la crisi che lo ha investito a livello nazionale.

 

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