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CATANZARO – Quello che viene fuori dalle oltre 100 pagine dei due ricorsi al Tar del centrosinistra è un vero campionario del “trucco elettorale”. Escamotage e tecniche vecchie e nuove che sarebbero state utilizzate in tantissime sezioni cittadine per alterare il risultato delle urne. La vulgata racconta di «cose sempre successe, in tutte le elezioni» – il che non conforta affatto, anzi – ma vederle, messe nero su bianco, in un ricorso elettorale fa un certo effetto. Fa effetto perché le anomalie emergerebbero in sezioni considerate, solitamente, “tranquille”, anche nel salotto buono della città. Chi tende a minimizzare sottolinea poi che molte discrepanze contenute dai verbali dipenderebbero dall’inesperienza degli scrutatori, per la prima volta, quest’anno, scelti con il criterio del sorteggio. Una tesi che non regge per quanti pensano ad una “strategia” mirata ad alterare il risultato elettorale. Toccherà ai giudici del Tar esprimersi sulla validità delle prove documentali fornite dal centrosinistra, ma lo scenario tracciato – se confermato – sarebbe inquietante. 

DOPPI VOTI – È una delle più gravi irregolarità su cui si soffermano i due ricorsi depositati davanti ai giudici amministrativi. Il caso più eclatante è quello della sezione 85, dove «29 persone – scrivono i legali – sono state indebitamente iscritte nel registro degli elettori per due volte, e dallo stesso registro si evince che questi elettori, iscritti per due volte, hanno proceduto ad una doppia votazione».

PIU’ SCHEDE CHE VOTANTI – In svariate sezioni non vi è corrispondenza tra il numero delle schede scrutinate e quello dei votanti. Sempre nella 85, sono 886 le schede votate e scrutinate, due in più degli elettori (884); una scheda scrutinata in più rispetto ai votanti risulta anche nella sezione n. 3 (649 le scrutinate, 648 i votanti).  

SCHEDE SCOMPARSE NEL NULLA – Ad ogni tornata elettorale, all’atto di insediamento del seggio, viene consegnato dagli uffici comunali un certo numero di schede vidimate. La regola vuole che quelle vidimate e poi non votate ritornino al mittente: proprio quello che, secondo il centrosinistra, non è avvenuto, con centinaia di schede che sarebbero finite nel nulla. «In un numero rilevante di verbali – si legge nel ricorso –  risulta del tutto incerto il numero delle schede non votate residuate all’esito delle operazioni di voto. In particolare in alcune sezioni il numero delle schede residue non verbalizzate è talmente alto da ritenere assolutamente non probabile che si tratti di un mero errore materiale di trascrizione». Nella sezione n. 4, per esempio, il numero delle schede autenticate (597) non corrisponde a quello dei votanti e delle schede scrutinate (468): «l’Ufficio elettorale ha dichiarato a verbale di non aver restituito schede autenticate e non utilizzate ma, se non ci sono schede restituite, non si capisce che fine abbiano fatto ben 129 schede». Nella sezione 42, invece, risultano 5 schede in più rispetto a quelle che avrebbero dovuto essere restituite. 

VOTO ASSISTITO – C’è poi il caso delle anomalie nel “voto assistito” delle persone fisicamente impedite, che hanno diritto ad essere supportate alle urne da un accompagnatore. In diverse sezioni, il presidente di seggio avrebbe omesso di richiedere all’elettore la documentazione medica e agli accompagnatori la tessera elettorale. È il caso della sezione 18, dove un elettore non vedente ha votato senza presentare il certificato medico e senza che venisse indicata la tessera elettorale dell’accompagnatore. E questo si è verificato anche nelle sezioni n. 39, n. 50 (dove ha votato una persona invalida al 100%) e n. 51 (3 elettori portatori di handicap). 

NELLE URNE SCHEDE TIMBRATE MA NON FIRMATE – Per essere valida una scheda deve riportare il timbro e la firma da parte di uno dei componenti del seggio. Eppure, in alcune sezioni, come la numero 85, nelle urne sono state trovate schede regolarmente timbrate ma, stranamente, non firmate («la firma – scrivono i legali – costituisce requisito indispensabile per la validità giuridico/amministrativa delle schede»). 

SCHEDA BALLERINA – È l’ipotesi su cui vuole fare chiarezza anche la Procura della Repubblica, che ha aperto un’inchiesta su una presunta compravendita di voti che ha al centro un  consigliere comunale risultato eletto nelle fila del centrodestra. Il trucco presuppone l’esistenza di un candidato disposto a comprare dei voti e la disponibilità di qualcuno che, dall’interno del seggio, riesca a fare uscire una scheda vidimita ma non ancora votata. Sulla scheda viene poi scritto il nome del candidato “da votare” e viene consegnata all’elettore, che entra nella sezione, ritira la sua scheda bianca ma deposita nell’urna quella che gli sarebbe stata consegnata all’esterno del seggio. La scheda bianca verrebbe poi portata, a riprova dell’avvenuto voto, ai supporter del candidato che avrebbe pagato per la preferenza per testimoniare che tutto è filato liscio. 

USO DEL NORMOGRAFO – Il normografo è un particolare tipo di righello che serve per la scrittura di caratteri uniformi, il cui utilizzo alle urne non è consentito.  «Nella sezione n. 89 – si legge nel ricorso – è stato erroneamente ed illegittimamente attribuito un voto al candidato sindaco Abramo, alla lista Catanzaro da Vivere e al candidato a consigliere comunale Oreste Cosentino». Il voto è stato contestato perché espresso con il normografo. «Ciononostante il presidente del seggio ha deciso di assegnare i voti sia alla lista che al candidato nonché al sindaco collegato per far sì che la volontà dell’elettore sia garantita e perché convinto che l’uso del normografo non sia illegale». Un normografo, tra l’altro, è stato sequestrato fuori da un seggio ad uno dei due supporters del consigliere comunale indagato per presunto voto di scambio. 

VERBALI CON IL CORRETTORE – «Dall’esame dei verbali elettorali delle sezioni 84, 85 e 86 e dell’esame del verbale dell’Ufficio elettorale centrale – si legge nei ricorsi –  in numerosissimi casi  i verbali  sono stati compilati con estrema trascurattezza,  (in alcuni casi risultano anche corretti con correttore) e sono privi  di dati essenziali  necessari per verificare la correttezza delle operazioni elettorali».

Per i legali del centrosinistra, «il dato più inquietante che emerge dall’analisi dei verbali è che centinaia di schede elettorali, senza alcuna legittima motivazione, sono letteralmente scomparse nel nulla».

Ora, toccherà al Tribunale amministrativo regionale, che dovrebbe fissare la prima udienza già a luglio, stabilire se questi elementi sono sufficienti per invalidare le comunali del 6 e 7 maggio

 

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