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UNA SFILZA di giacche e cravatte e per trovare un filo di rimmel tocca scartare decine di volti, nomi su nomi. Catanzaro, con le ultime elezioni, conferma un triste primato calabrese. La politica è declinata al maschile. Si portano i pantaloni nelle principali stanze dei bottoni. Nei partiti, nelle segreterie politiche e, soprattutto, nelle istituzioni. 

Nessuna donna riesce a entrare in Consiglio comunale, e il dato non è isolato, dal momento che, seppur il presidente sia Wanda Ferro, non ci sono elette dentro al Consiglio provinciale e dentro alla Giunta di palazzo di Vetro. Catanzaro, fra l’altro, è l’unico capoluogo di provincia della Calabria a non avere presenze rosa in Municipio.  Cosenza, Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia hanno almeno una lei sia negli organi legislativi che in quelli di governo. Nella capitale della Calabria, invece, il territorio non riesce ad esprimere eletti di sesso femminile. Da Gagliano a Lido, da Catanzaro Sala al centro storico: non una donna si farà portavoce delle istanze e delle visioni dell’altra metà della città dentro alla massima cittadina. In realtà, le donne sono la maggioranza: 40251 elettrici contro i 36535 maschi. Lo scarto di cinquemila voti, però, non serve a migliorare i destini del gentil sesso.

Nel Consiglio comunale, che debutterà il 20 giugno sotto la guida del sindaco Sergio Abramo, non ci sarà neanche una consigliera. L’unica eletta, Stefania Lo Giudice candidata nella lista dell’assessore Piero Aiello, è stata richiamata in Giunta. Lei, neo titolare di una delega pesante come quella dell’Urbanistica, insieme ad altre tre colleghe (Rosanna Rizzuto, Patrizia Carrozza e Caterina Salerno) rappresenteranno le catanzaresi. Quattro donne su un totale di nove assessori. 

La statistica, però, delle donne è assolutamente sfavorevole racconta di numeri bassi, non tanto nell’atto delle candidature, quanto in quello dell’elezione. Ad esempio all’ultima competizione elettorale hanno partecipato 161 candidate a fronte di 694 nomi in lista: ovvero il 23.19%. Una sola, però, ha ottenuto i voti necessari per varcare la soglia dell’aula rossa. Una su 161, ovvero in termini percentuali poco più dello 0.50 delle candidate.

Il genere femminile abita le frazioni dei decimali nella città dei Tre colli e a tutte le latitudini calabresi. Si parte con la massima assemblea legislativa calabrese, con zero elette e un’unica presenza rosa – il vicepresidente della Regione, Antonella Stasi – reclutata all’esterno dal presidente, Giuseppe Scopelliti. Le performance delle altre città della Calabria non sono certo esaltanti. A Reggio Calabria – sindaco Demetrio Arena (Pdl) – una eletta in Consiglio e una in Giunta. A Cosenza – sindaco Mario Occhiuto (Udc) – una eletta e cinque donne, tra cui il vicesindaco, in Giunta, a Vibo Valentia – sindaco Nicola D’Agostino (Pdl) – cinque elette ma neanche un’assessore nella Giunta.

 Il primato rosa delle amministrazioni comunali calabresi spetta a Crotone  – sindaco Peppino Vallone (Pd) – con cinque elette in Consiglio e tre assessori nel governo municipale. 

 

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