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CI SONO 149 ospedali italiani a rischio e 20 sono calabresi. E ci sono 36 tribunali in bilico, 3 dei quali in Calabria. La mannaia del Governo torna ad agitarsi minacciosa in vista dei tagli che serviranno a contenere i costi pubblici nell’ambito della spending review. E così, se da una parte le province di Crotone e Vibo Valentia rischiano di sparire e l’area reggina potrebbe trasformarsi invece in una “città metropolitana” assorbendo nell’ambito comunale allargato anche le competenze provinciali, dall’altra si torna a discutere anche di presidi di giustizia e sanità.

 

IL PIANO DI RIENTRO NON BASTA – Stando ai parametri contenuti nella bozza di decreto sulla spending review, entro il 31 ottobre 2012, le Regioni sarebbero tenute a far cessare ogni attività dei presidi ospedalieri con meno di 80 posti letto. Un parametro che andrebbe al di là dei già contestati ridimensionamenti regionali che in Calabria si stanno attuando per far fronte al piano di rientro del debito sanitario.

 

Gli ospedali da chiudere, secondo le indicazioni del Governo, sarebbero quindi destinati ad aumentare, andando a inglobare anche quelli che nella rimodulazione regionale erano stati salvato perché presidi di montagna o strutture considerate strategiche. L’elenco completo, anticipato dal Corriere della Sera comprende invece per la Calabria: ospedale civile di Praia a Mare; ospedale generale di zona di Lungro; ospedale civile Minervini di Mormanno; ospedale di San Marco Argentano; stabilimento ospedaliero di Cariati; stabilimento ospedaliero di Trebisacce; presidio ospedaliero Beato Angelico di Acri; Inrca di Cosenza; ospedale civile di San Giovanni in Fiore; ospedale San Biagio di Chiaravalle Centrale; presidio ospedaliero di Tropea; presidio ospedaliero di Soriano Calabro; presidio ospedaliero di Serra San Bruno; ospedale civile di Siderno; ospedale civile Gerace di Locri; presidio ospedaliero Pentimalli di Palmi; presidio ospedaliero Maria Pia di Savoia di Oppido Mamertina; presidio ospedaliero Principessa di Piemonte di Taurianova; presidio ospedaliero Giovanni XXIII di Gioia Tauro; ospedale Scillesi d’America di Scilla.

 

Uno spiraglio rispetto all’ecatombe di ospedali la offre comunque lo stesso ministro della Salute, Renato Balduzzi, che in un’intervista a Repubblica afferma: «Non sarebbe coerente con il riparto delle competenza fra Stato e Regioni se i tagli fossero decisi da Roma. Ne andrebbe di mezzo la serietà di una politica sanitaria. Una cosa così non può essere accettata. Lo dirò in consiglio dei ministri». E questo, in teoria, potrebbe permettere alla giunta regionale di procedere con la propria rimodulazione. Sempre ammesso che sia sufficiente rispetto alle nuove richieste di Roma.

 

LA SFORBICIATA AI TRIBUNALI – Per gli uffici giudiziari, i numeri emersi dal decreto sembrano comportare la chiusura o l’accorpamento in tutta Italia di almeno 280 struttura. E se sembra ormai certa la cancellazione delle 220 sezione distaccate, in bilico resta ancora il numero dei tribunali destinati a essere tagliati.  Nell’ipotesi più drastica questa sorte toccherebbe a 36 tribunali e 37 procure. L’accordo politico raggiunto tra i tecnici della commissioni giustizia del Pd, dell’Udc e del Pdl con il ministro Paola Severino, pare sia tornato in discussione. E questo potrebbe portare ad un epilogo malinconico per sette tribunali che sembravano essere salvi. Tre di essi sono calabresi: Castrovillari, Lamezia Terme e Rossano, che si aggiungerebbero  a Caltagirone, Sciacca, Mondovì e Cassino. Paola, quindi, sarebbe l’unico destinato a salvarsi tra quelli in bilico mentre per Castrovillari non è bastato nemmeno l’investimento appena affrontato per realizzare il nuovo edificio che si sarebbe dovuto inaugurare a settembre. Severino ha sottolineato: «L’orientamento è sempre lo stesso, se arrivano istanze ragionevoli c’è sempre la disponibilità a prenderle in considerazione. Credo però che non ci sia lo spazio per molte discussioni perchè  se non si fa velocemente la delega scade». Oggi intanto ci sarà l’astensione dalle udienze, indetta dall’Organismo unitario dell’avvocatura.

Redazione Web

 

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