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LA riduzione delle auto della pubblica amministrazione «procede in modo spedito», secondo quanto comunica il ministero: «è un capitolo importante del piano di spending review del governo», è stato ricordato, comunicando i dati per i primi sei mesi del 2012 del censimento permanente sulle auto blu, quelle di rappresentanza che sono state assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o sono comunque guidate da un autista. Il loro numero, secondo le tabelle ministeriali, scende «significativamente».

 

Scende, ma non alla Regione Calabria, dove invece il segno resta quello dell’incremento. E, soprattutto, dove spicca un dato: il numero delle auto di rappresentanza, rispetto al totale delle vetture del parco pubblico, è pari al 27,7 per cento. In pratica, ben più di un’auto su quattro tra quelle in servizio viene usata per scarrozzare su e giù per il territorio un esponente istituzionale o un top manager. Solo la Basilicata (33,6 per cento) e la Sicilia (28 per cento) fanno peggio in Italia. E la prima, tra l’altro, viaggia su valori assoluti quasi dimezzati perché il totale delle auto pubbliche è pari a 560 unità, contro le 1.261 calabresi, delle quali 129 sono auto blu e 220 auto “grigie”, cioè destinate a usi di servizio, ma con autista.

 

Per avere un’idea, nel Lazio la percentuale di auto di rappresenza scende al 18,6 per cento, in Lombardia si arriva all’8,2 per cento e nel Veneto si trova appena un 3,3 per cento. La più virtuosa è l’Emilia Romagna: registra un 2,5 per cento, dopo una ulteriore sforbiciata. 

 

Il problema, rileva il ministero, è proprio questo: il quadro nazionale «continua vedere uno sbilanciamento della presenza percentuale delle auto con autista nelle regioni del Sud». A livello nazionale, invece, si è scesi sotto quota ottomila (7.837), con 1.884 vetture in meno a fine giugno, -19,4% rispetto all’inizio del 2012. Tanto che il ministro per la pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, «esprime soddisfazione» per il trend «stabilizzato al ribasso» e avverte: «Adesso bisogna fare di più», preannunciando l’arrivo a breve di «nuove indicazioni per l’uso sempre più limitato delle auto di servizio, affinchè sia chiaro a tutti che non si tratta di uno status symbol ma solo di uno strumento per lavorare meglio». In Calabria, evidentemente, il concetto non è ancora chiaro.

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