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REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale, presieduto da Francesco Talarico, ha avviato i lavori per l’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea e dell’Ufficio di presidenza. Secondo quanto previsto dallo Statuto, per questa prima tornata di votazioni il presidente, per essere eletto, doveva riportare i due terzi dei voti dell’assemblea, che in termini numerici significa 33 voti. evenienza questa che non si è verificata. Nel dettaglio la votazione di oggi non ha consentito a Francesco Talarico di essere rieletto in quanto non è stata raggiunta la maggioranza qualificata pari a 33 voti. Complessivamente l’ancora ex presidente ha ottenuto per due scrutini ha riportato 30 voti su 35 votanti e cinque schede bianche. Da rimarcare che dalla minoranza è giunto un voto a favore visto che la maggioranza Pdl-Udc è pari a 29 voti. I consiglieri presenti erano 46, ma i rappresentanti del Pd non hanno votato, mentre cinque sono state le schede bianche. Da domani, con il terzo scrutinio, per l’elezione del presidente del Consiglio regionale basterà la maggioranza semplice dell’assemblea. L’aula inoltre procederà all’elezione del Consiglio di presidenza composto da due vicepresidenti, uno di maggioranza e l’altro assegnato all’opposizione, e dei due segretari questori, cariche anche queste riservate una alla maggioranza e una all’opposizione. I consiglieri, per l’ufficio di presidenza, voteranno per un solo candidato e saranno eletti, come afferma l’art.20 dello Statuto, componenti dell’ufficio di presidenza i consiglieri che otterranno il maggior numero di voti, e a parità di voti, i più anziani di età.

IDV e SEL. Da parte loro hanno voluto chiarire la propria posizione i capigruppo di Idv, Luigi De Masi, i consiglieri Giuseppe GIordano e DOmenico Talarico, e il capogruppo di Sel Ferdinando Aiello. «Siamo qui per chiarire la nostra decisione di non partecipare alle votazioni per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Abbiamo votato contro la presa d’atto delle dimissioni per sottolineare – ha spiegato De Masi – una contrarietà politica ad un gesto ingiusto, privo di motivazioni politiche, che è solo un espediente abile e sapiente di superare i diversi equilibri nazionali che prossimamente avrebbero potuto mettere a repentaglio le alleanze della Regione Calabria». Nel discorso del capogruppo Idv anche una forte critica all’atteggiamento del Pd, «con il quale si persa l’occasione per l’intero centrosinistra calabrese di dimostrare compattezza, e la decisa contrarietà a questo modo di fare» Il nostro non è un attacco al Pd, ma la denuncia – ha proseguito De Masi – dell’esistenza di una una connivenza politica tra la maggioranza ed una parte dell’opposizione, ed uno stimolo perchè il Partito Democratico esca fuori con un ragionamento politico ed una linea politica unitaria all’interno del centrosinistra, abbandonando la prevalente propensione ad un esercizio egemonico che non aiuta certo a creare le condizioni favorevoli per la costruzione di una credibile alternativa di governo in Calabria. La nostra – ha concluso De Masi – è la posizione di una parte fondamentale del centrosinistra che intende dare l’indicazione di una diversa via per far sentire le proprie ragioni».   Nel proseguo sono intervenuti Ferdinando Aiello, Domenico Talarico e Giuseppe Giordano, che hanno arricchito il ragionamento fatto da De Masi. «Due anni fa – ha ricordato Aiello – non abbiamo dato molto clamore al fatto che il Pd avesse gestito in maniera egemonica le cariche dell’Ufficio di Presidenza. Ed oggi appare poco chiara la scelta dei consiglieri Pd di non ritirare la scheda di voto. Forse c’è poca fiducia negli stessi consiglieri Pd’’ si è chiesto Aiello che ha auspicato un maggiore dialogo all’interno del centrosinistra, “finora mancato anche su questioni importanti – ha ricordato – come la riforma dell’Arssa e dell’Afor». Talarico ha sottolineato l’esistenza in Consiglio regionale di «una opposizione e di una minoranza, che contesta – ha detto – il senso di sufficienza del Pd..L, cioè Partito Democratico e Loiero. Mentre c’è la necessità di sancire che in Calabria c’è bisogno di una rottura anche rispetto alla precedente esperienza di governo regionale. Costruire l’alternativa – ha proseguito Talarico – significa trasmettere ai calabresi trasparenza e linearità delle posizioni». Infine Giuseppe Giordano che ha definito la vicenda del rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio il motivo di una «grande preoccupazione, a causa della fortissima debolezza del centrosinistra sostanziatasi con l’atteggiamento di oggi del Pd». Anche Giordano ha criticato la scelta delle dimissioni anticipate dei componenti dell’Ufficio di Presidenza «che non doveva avvenire in un momento così grave per la Calabria, dove si sarebbero potuti discuter argomenti sicuramente più importanti ed urgenti. Non si gioca sulla pelle della Calabria e dei calabresi – ha ancora detto Giordano – con vicende di questo tipo. Oggi il Pd ha perso un’occasione importante per prendere le distanze da un modello politico che va al più presto archiviato e che vede la Calabria sempre più delusa dalle proprie istituzioni».

PD. «Nella seduta odierna il Consiglio Regionale avrebbe dovuto discutere di lavoro ed occupazione». E’ quanto si afferma in una nota dell’ufficio stampa del gruppo del PD in seno al Consiglio Regionale della Calabria. “Che i livelli occupazionali in Calabria sono tragicamente bassi è già a tutti noto; da uno studio eseguito per conto della UIL è emerso che nella nostra Regione, nell’attuale situazione di grave crisi economica, si arriverebbe a 300mila disoccupati – prosegue la nota dei democrat a Palazzo Campanella  – La seduta del Consiglio di oggi, poteva rappresentare, pertanto, una importante occasione per discutere cosa fare per lenire gli effetti di un fenomeno così devastante. Il Consiglio Regionale, invece, ha dovuto affrontare il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza, a seguito delle dimissioni dei 3 membri di maggioranza e con ben 3 mesi di anticipo, per mantenere in vita gli equilibri che sorreggono la Giunta Scopelliti. Per questa ragione il Gruppo Regionale del PD ha deciso di non partecipare al voto, non ritirando la relativa  scheda, per l’elezione del Presidente del Consiglio Regionale. Il Presidente del Consiglio Regionale, inoltre, deve svolgere il ruolo di garante del corretto funzionamento della massima istituzione elettiva calabrese ed, in quanto tale, deve avere un profilo istituzionale super partes. Le considerazioni sopra espresse, unitamente agli atti politici di autosufficienza e di chiusura posti in essere nelle ultime settimane, hanno rafforzato la convinzione del gruppo del Partito Democratico di proseguire nell’atteggiamento assunto. Tanto più che neanche in modo flebile si è fatta sentire la voce, di chi aveva titolo per farlo, per ristabilire un clima più consono alla importanza della vicenda istituzionale». “Rimane, comunque, la soddisfazione – conclude la nota dell’ufficio stampa dei democratici a Palazzo Campanella –  per la decisione unanime assunta dal gruppo del PD, sia con riferimento al comportamento da tenere per l’elezione del Presidente del Consiglio, sia nell’apprezzamento positivo e nella fiducia espressa al vice presidente On. Amato ed al questore On. Sulla».

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