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LOCRI (RC) – E’ finito il «tempo di tacere», secondo il vescovo di Locri Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini: ora, ha detto rivolgendosi «ai cattolici della diocesi e della Calabria», in occasione dell’inizio dell’anno pastorale 2012-2013, è arrivato «il tempo di svegliarvi». E il presule contesta in particolare il rapporto della gente con la politica: «le prossime elezioni politiche saranno il banco di prova per vedere che cosa sarete capaci di fare; se sarete capaci di aggregarvi con scelte giuste; di smettere di piangervi addosso perchè dall’alto non ci risolvono i problemi; di scendere in campo col gusto della politica basata su verità e bene; di immettere forze nuove, convinte, con idee e progetti nuovi; se saprete distaccarvi dai carrozzoni della vecchia politica ormai logora, che ci ha condotti dove siamo». 

Secondo monsignor Giuseppe Fiorini Morosini «è tempo che la comunità cristiana ritrovi il suo posto e abbia il coraggio di parlare da se stessa, con la forza che le viene dal battesimo. Non è più il vescovo che deve evidenziare i problemi del territorio che riguardano il lavoro, la disoccupazione, la criminalità organizzata, i problemi legati alla giustizia (carcerazioni preventive, condizioni dei carcerati, persone in libertà vigilata), ai comuni sciolti per mafia o con commissioni di accesso. C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere: quest’ultimo è durato troppo a lungo per voi laici».   

Morosini cita esplicitamente anche i dati presentati dalla Svimez, secondo proseguendo con il passo attuale, i quali il gap rispetto al Nord Italia sarà colmato solo fra 400 anni: «Nell’anno 2400 – sottolinea il vescovo – forse riusciremo a sanare lo squilibrio tra nord e sud. C’è di che stare allegri.  Abbiamo bisogno di cattolici che vogliono far politica, avendo davanti agli occhi il bene comune; cattolici che sanno sacrificare per questo bene comune gli interessi personali, che sanno progettare con coraggio e lungimiranza, che sanno utilizzare le risorse che vengono dall’alto, che sanno sfruttare al massimo le risorse proprie del territorio. Cattolici della Diocesi e della Calabria, se ci siete, fatevi avanti: la comunità cristiana vi aspetta». 

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