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REGGIO CALABRIA – «In questi anni il Pd ha parlato molto, ma ha fatto poco». Irrompe anche in Calabria nei panni del rottamatore, Matteo Renzi. E’ dura l’espressione usata a Vibo Valentia, una delle cinque tappe del suo tour in Calabria. Il candidato alle primarie di centrosinistra ha poi aggiunto: «Domandare a me quale sia lo stato del partito in Calabria non è semplice: la grande scommessa è riuscire a non alimentare le contrapposizioni interne, ma avere il coraggio di raccontare cosa vogliamo fare e finalmente farlo»

Matteo Renzi è sbarcato a Reggio Calabria nell’indifferenza dei big del Partito democratico. Quella in riva allo Stretto è stata la prima tappa di un tour estenuante che lo porterà in giro per la Calabria. Ad accoglierlo ci sono Demetrio Naccari e il consigliere regionale Demetrio Battaglia, accompagnati dai responsabili locali dei comitati che sostengono la corsa del sindaco di Firenze alle primarie del Pd.

Matteo Renzi arriva a bordo del suo camper, ma dopo essere arrivato a Reggio Calabria in aereo, e in maniche di camicia mette in moto la macchina di propaganda elettorale studiata dal guru Giorgio Gori. Il programma non prevede una visita ai Bronzi di Riace che riposano a poche decine di metri dalla sala “Green” piena di gente comune e poche facce note. Il giovane sindaco “rottamatore” spiega rapido il suo programma, si spende sull’ultima polemica scoppiata con i vertici del suo partito sulle regole per le primarie: «E’ strano che si cambino le regole in corso, ma se perdo non vado via per costruire un altro partito. Spero che si trovi un punto di sintesi e vengano cancellate le palesi distorsioni presenti come quella della preiscrizione».

Sul “caso Reggio”, invece, Renzi ha preferito glissare non prima di aver omaggiato il ricordo del sindaco Italo Falcomatà: il primo cittadino della primavera di Reggio che fu anche uno degli “angeli” nella Firenze soffocata dall’alluvione che per Renzi è stato un esempio da seguire. 

Prima di partire alla volta di Vibo, per il sindaco di Firenze c’è ancora il tempo di alcune foto ricordo e del saluto commosso a Rosetta Neto: la vedova di quell’amministratore pubblico assunto a simbolo di buona pratica nella gestione della cosa pubblica.

 

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