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CASTROVILLARI – Politicamente è stata una «pagina nera» della rappresentanza del territorio, il cui esito, però, è molto simile all’esito reclamato dal fronte dei contrari alla riattivazione della centrale elettrica del Mercure: vale il parere espresso negativo tre anni fa durante il precedente iter autorizzativo (che però il Consiglio di Stato ha annullato per un vizio procedurale). Dunque, ora tutto è in mano alla Regione Calabria che presiede la Conferenza dei servizi per la riattivazione della ex centrale a olio combustibile di Laino Borgo che l’Enel intende riaprire e riconvertire a biomasse vergini. La riunione della Comunità dei sindaci dei comuni che ricadono nel perimetro del Parco – tenuta nel proto convento francescano di Castrovillari fino a tarda sera – è stata “nulla” per mancanza del numero del legale: poco più di una diecina di primi cittadini, su un totale di 54; quasi tutti assenti quelli del versante lucano. E vista l’assenza del parere dell’organo collegiale del Parco, oggi spetterà al direttore dell’ente, Annibale Formica, comunicare il parere tecnico alla conferenza dei servizi che si riunirà nel pomeriggio. E sarà un parere negativo, sulla base di quanto votato dalla stessa Comunità nel 2009 e di quanto previsto dal Piano dell’ente approvato nel 2010 che prevede l’impossibilità di installazione sul territorio del parco di centrali a biomasse superiori a 10 Mw, mentre quella del Mercure è di 35 Mw netti. Il Parco – lo ricordiamo – è l’ultimo soggetto chiamato a esprimersi, visto che due settimane fa tutti gli altri enti (dalla due Regioni, alle due Province, all’Asp, all’Arpacal, alla Soprintendenza) hanno espresso il proprio parere, favorevolmente. Cosa succerà ora è difficile dirlo con precisione, visto che si tratta di uno dei pochi pareri contrari (insieme a quello espresso della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e da qualche comune del fronte lucano), ma è di certo il più importante, per non dire il più vincolante. A chiusura della abortita riunione ha ripreso la parola il presidente Mimmo Pappaterra, in una versione “passionale” inedita. Dopo aver espresso solidarietà al presidente della Comunità, Sandro Berardone, e al direttore, Annibale Formica, che due giorni fa sono stati attaccati con lui, si è detto comprensivo dello stato d’animo di quei sindaci lucani che ieri non si sono presentati alla riunione perché si sono sentiti «minacciati» da coloro che il giorno prima hanno manifestato con tanta veemenza il loro disappunto – il riferimento è ai cittadini (non vogliono essere chiamati ambientalisti) del Forum “Stefano Gioia” dalla galleria del teatro Sybaris dove si è svolta la prima convocazione dell’assemblea, chiusasi in anticipo e senza esito proprio per quelle poteste. «Volenti o nolenti – ha detto l’infervorato Pappaterra – la decisione verrà presa, dalla Regione o dal governo. Ma al ministro Corrado Clini, che conto di incontrare giovedì mattina insieme a i sindaci di Mormanno e Rotonda per la più grave questione del terremoto, riporterò quanto accaduto in questi giorni. Ma una cosa è certa, da presidente del Parco e non da presidente – ha aggiunto Pappaterra paventando la possibilità di rimettere nelle mani del ministro dell’Ambiente il suo mandato , ma forte della recentissima riconferma alla guida dell’ente ottenuta dal Parlamento all’unanimità – da domani sarò su questo fronte di battaglia. Ma di una cosa potete stare certi: non userò il linguaggio che è stato usato contro di me, del presidente Berardone e del direttore Formica. Perché abbiamo uno stile e un’educazione diversa». E sul ruolo dell’ente Pappaterra ha voluto chiare definitivamente le cose: «Conosciamo – ha concluso – la missione del Parco, perciò d’ora in poi non accettiamo più che l’ente venga chiamato in causa per tematiche che non gli competono e per le quali altri sono chiamati a esprimere pareri. Perché veniamo invocati per la tutela della salute, se spetta all’Asl; o la questione delle emissioni, se è di competenza dell’Arpacal? Perché nessuno è mai andato a fare una protesta davanti alle sedi di questi altri enti e si continua a chiamare in causa il Parco che non ha competenze in queste materie?»

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