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SEI mila persone scese in piazza, tra Crotone e Vibo Valentia per dire no alla soppressione delle Province. Manifestazioni volute dai comitati locali costituti all’indomani della decisione del governo di accorpare i due enti a quello di Catanzaro. Ma la protesta è montata subito ed oggi la gente è scesa in piazza per protestare.

A CROTONE – Circa tremila persone, secondo la stima ufficiale della Questura di Crotone, nonostante la pioggia, hanno partecipato questa mattina al corteo di protesta per difendere l’istituzione della Provincia di Crotone e le altre articolazioni provinciali dello Stato che il decreto legge del Governo che riordina le autonomie locali mette a rischio insieme ai relativi servizi ed a tanti posti di lavoro nel pubblico impiego. Il corteo è partito questa mattina dopo le ore 8.30 dal piazzale adiacente lo stadio Ezio Scida, mentre un corteo di studenti, partito dal polo scolastico di Acquabona, si è unito a quello principale lungo il percorso, quindi ha attraversato la città confluendo in piazza della Resistenza, davanti al Municipio, dove il comitato organizzatore, ‘Krotone è Provincià, ha letto un documento unitario stilato da tutte le organizzazioni che hanno aderito alla protesta, come l’Amministrazione provinciale e quelle dei 27 Comuni della provincia crotonese, le associazioni di categoria e dei lavoratori, le forze politiche ed i rappresentanti istituzionali, tra i quali i deputati Nicodemo Oliverio e Franco Laratta del Pd. Inoltre, i commercianti lungo il percorso del corteo hanno tenute chiuse le serrande dei loro negozi in segno di adesione alle ragioni della manifestazione.

A VIBO VALENTIA – Circa 3000 persone hanno preso parte, stamani, alla manifestazione organizzata dal comitato spontaneo di cittadini, dall’amministrazione comunale di Vibo e dall’associazione “ViboVale” per protestare contro l’accorpamento della Provincia di Vibo a quella di Catanzaro. Evento, che ha visto una folta rappresentanza politica e amministrativa, nonché del mondo dell’associazionismo e delle categorie produttive, svoltosi in concomitanza con Crotone. 

Per una delle poche volte la città di Vibo Valentia è uscita dalla sua abituale e proverbiale apatia, torpore, indifferenza. Atteggiamenti che si sono sempre rivelati il suo tallone d’Achille. «Questa volta sembra proprio che qualcosa sia cambiato – ha sostenuto l’avvocato Diego Brancia che del comitato spontaneo è il presidente, commentando l’affluenza – La cittadinanza doveva essere solo maggiormente informata sui rischi che si corrono qualora il decreto dovesse essere convertito in legge e, quindi, diventare esecutivo». 

Il corteo dopo essere partito da Piazza Municipio intorno alle 9,30 ha fatto tappa alla Prefettura dove i sindaci, in tutto 30 su 50, hanno consegnato le rispettive fasce tricolori al rappresentante territoriale del Governo, minacciando dimissioni in caso il decreto ministeriale dovesse essere convertito in legge. Il rappresentante dell’Utg ha ascoltato gli organizzatoti ma non ha potuto dire altro che la Prefettura non può prendere posizione su questa vicenda. «Noi ci dobbiamo uniformare – ha riferito a riguardo – Di Bari – a quelle che sono le determinazioni del governo. È tuttavia chiaro che un territorio, qual è appunto quello vibonese, presenta determinate caratteristiche. Anche per questo – è stato il suo unico impegno possibile – provvederò oggi stesso (ieri per chi legge, ndr) ad inoltrare al ministero dell’Interno il documento redatto da Brancia e La Gamba e sottoscritto dai 30 sindaci della provincia presenti all’evento».

La protesta, alla quale hanno preso anche parte numerosi studenti delle superiori ed universitari si è sciolto una volta giunto in piazza San Leoluca. 

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