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di GIOVANNI VERDUCI 
REGGIO CALABRIA – Poco meno di sei milioni di euro. E’ questo quanto sono costate ai contribuenti calabresi le competenze degli organi di vertice della Sorical: la società per azioni a capitale misto pubblico-privato che, per conto della Regione Calabria, gestisce “l’approvvigionamento e la fornitura all’ingrosso – come si legge nella mission della società – dell’acqua ad uso potabile sul territorio”. 
Dentro questa cifra a sei zeri sono comprese le competenze versate ai presidenti, all’amministratore delegato ed ai consiglieri di amministrazione che si sono succeduti alla gestione della Sorical in otto annoi, dal 2003 al 2011. Mediamente un costo sopportato dalla casse pubbliche di poco più di 700 mila euro. Un bell’impegno di spesa per una società che dalla scorsa estate viene guidata da una coppia di commissari liquidatori e che non è mai riuscita a diventare effettivamente funzionale. 
Della Sorical e del suo destino se ne tornerà a parlare oggi a Palazzo Campanella. Fra i punti all’ordine del giorno del consiglio regionale, infatti, il presidente Franco Talarico ha deciso di inserire anche il dibattito sul futuro della società mista e, soprattutto, la proposta di legge, firmata da Mario Maiolo e sottoscritta da tutti i componenti dell’opposizione, che prevede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul ciclo dell’acqua in Calabria e sulla società che era stata costituita per la sua gestione. 
Il confronto si prevede infuocato. Dentro la giunta regionale, infatti, paiono esistere posizioni diverse sulla sorte della società per azioni. C’è chi vorrebbe affidare il servizio ad un privato attraverso un bando in tempi ristretti e chi, invece, pare preferire una seconda ipotesi: quella di portare a compimento l’azione di liquidazione della Sorical intrapresa la scorsa estate. In mezzo, poi, ci sarà la minoranza che proverà ad incalzare il governo Scopelliti e a vedere approvata la richiesta di istituzione di un organismo di controllo che metta mano ai conti della Sorical e ne determini il confine del debito. 
Nell’estate del 2011 sulla Sorical aveva lanciato un allarme l’allora presidente Sergio Abramo. Ascoltato dai membre della Commissione speciale di vigilanza, il politico catanzarese aveva messo l’accento sulle difficoltà con cui la spa si trovava costretta a fare i conti. 
Sulla società a capitale misto, già nell’estate del 2011, pesava come un macigno il credito di circa 170 milioni vantato nei confronti dei Comuni calabresi che usufruiscono dei servizi prestati dalla Sorical. 
«Da punto di vista economico – spiegava Sergio Abramo al presidente Giulio Serra ed ai componenti della commissione di vigilanza – la società è gestita bene, dal punto di vista finanziario abbiamo un’esposizione sui Comuni che è una cosa spaventosa, 170 milioni di euro è una cifra enorme». 
L’analisi dell’ex presidente della Sorical, poi, si fa anche tecnica ed affronta il problema relativo alla funzionalità reale degli Ambiti territoriali ottimali. 
«Ad oggi – spiega Abramo nel 2011 – abbiamo il sistema della depurazione che è saltato, perchè i comuni non hanno neanche i soldi per poter pagare le manutenzioni, abbiamo il sistema idrico che non è partito, le Province hanno fallito con il sistema degli Ato, quindi è come se partissimo oggi e abbiamo perso, praticamente, quindici anni».

REGGIO CALABRIA – Poco meno di sei milioni di euro. E’ questo quanto sono costate ai contribuenti calabresi le competenze degli organi di vertice della Sorical: la società per azioni a capitale misto pubblico-privato che, per conto della Regione Calabria, gestisce “l’approvvigionamento e la fornitura all’ingrosso – come si legge nella mission della società – dell’acqua ad uso potabile sul territorio”. Dentro questa cifra a sei zeri sono comprese le competenze versate ai presidenti, all’amministratore delegato ed ai consiglieri di amministrazione che si sono succeduti alla gestione della Sorical in otto anni, dal 2003 al 2011. Mediamente un costo sopportato dalla casse pubbliche di poco più di 700 mila euro. Un bell’impegno di spesa per una società che dalla scorsa estate viene guidata da una coppia di commissari liquidatori e che non è mai riuscita a diventare effettivamente funzionale. Della Sorical e del suo destino se ne tornerà a parlare oggi a Palazzo Campanella. Fra i punti all’ordine del giorno del consiglio regionale, infatti, il presidente Franco Talarico ha deciso di inserire anche il dibattito sul futuro della società mista e, soprattutto, la proposta di legge, firmata da Mario Maiolo e sottoscritta da tutti i componenti dell’opposizione, che prevede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul ciclo dell’acqua in Calabria e sulla società che era stata costituita per la sua gestione. Il confronto si prevede infuocato. Dentro la giunta regionale, infatti, paiono esistere posizioni diverse sulla sorte della società per azioni. C’è chi vorrebbe affidare il servizio ad un privato attraverso un bando in tempi ristretti e chi, invece, pare preferire una seconda ipotesi: quella di portare a compimento l’azione di liquidazione della Sorical intrapresa la scorsa estate. In mezzo, poi, ci sarà la minoranza che proverà ad incalzare il governo Scopelliti e a vedere approvata la richiesta di istituzione di un organismo di controllo che metta mano ai conti della Sorical e ne determini il confine del debito. 

 

 

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