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CATANZARO – Crotone e Vibo Valentia possono festeggiare: le Province non saranno più abolite. E’ saltata, infatti, la riforma tanto voluta dal Governo Monti per riorganizzare gli assetti istituzionali. Il decreto che riorganizzava le province italiane non è stato convertito in legge, dopo il fallimento della riunione della commissione Affari costituzionali che si è tenuta lunedì sera, preceduta da una riunione ristretta dal presidente di commissione Carlo Vizzini, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e il sottosegretario Antonio Maraschini. 
La commissione e il governo hanno dovuto prendere atto della quantità di emendamenti e subemendamenti presentati al provvedimento e hanno ritenuto che non fosse possibile approdare in aula martedì pomeriggio come stabilito dal calendario del Senato. La crisi di governo, con la sfiducia del Pdl a Monti e la decisione del premier di dimettersi, hanno accelerato i tempi e costretto l’esecutivo a prendere atto che non c’erano più le condizioni e i tempi per procedere alla riforma. Un successo per i sostenitori delle Province, che proprio oggi, a Roma, avevano promosso una invasione pacifica dei sindaci, su iniziativa del sindaco di Crotone, Vallone, e del collega di Teramo, per chiedere di non procedere con l’abolizione. Ed invece, la risposta è arrivata direttamente dalla Commissione di lunedì.
 «Il destino di questi mesi è di perdere occasioni importanti – ha commentato Vizzini – è stato fatto uno sforzo per trovare le condizioni complessive per approvare questo provvedimento atteso ma non è andato a buon fine».
«Il governo – ha commentato Patroni Griffi – ha fatto quello che poteva. Oggi ha preso atto della situazione». A questo punto sarà necessario probabilmente escogitare una norma che coordini le disposizioni sulle province previste dal decreto salva Italia e dalla spending review. Ma sulla possibilità che questa norma sia inserita nella legge di stabilità Patroni Griffi non risponde: «Probabilmente ci sarà qualche intervento del governo ma ora non so rispondere».
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