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CATANZARO – Stasera scatterà la conta di delusi e soddisfatti all’interno del Pd. È la giornata più lunga (o quasi) del serrato cammino verso le primarie per la scelta dei parlamentari dei prossimi 29 e 30 dicembre. Oggi il comitato elettorale nazionale vaglierà le richieste di deroga avanzate da consiglieri regionali, europarlamentari, presidenti di provincia e governatori, sindaci dei Comuni oltre i 5 mila abitanti e non sarà una passeggiata di salute. Ieri, almeno, il comitato ha assicurato che la selezione sarà rigorosissima: maglie strette e «criteri restrittivi nello spirito della norma del regolamento». Le deroghe, insomma, non saranno concesse a tutti. Non l’avrà, sembra ormai certo, il sindaco di Villapiana Roberto Rizzuto perché ancora alla prima consiliatura da primo cittadino. Gli sforzi dei renziani convergeranno quindi tutti su Ernesto Magorno, sindaco di Diamante con la deroga già in tasca. Un no potrebbe toccare anche a consiglieri regionali. A Catanzaro ad esempio si sa già che non la otterrà nessuno, tra Tonino Scalzo ed Enzo Ciconte. A Cosenza la deroga l’hanno chiesta in due – Mario Maiolo e Sandro Principe – ma alla fine, secondo quanto riferiscono ambienti romani, dovrebbe arrivare per uno solo dei due. E difficilmente la scelta resterà senza conseguenze. Un rifiuto eccellente sembra destinato anche all’europarlamentare Mario Pirillo. Intanto stava già scaldando i motori il figlio Salvatore, segretario di circolo ad Amantea: non ha bisogno di deroga ma a Roma sembra abbiano accolto con freddezza l’ipotesi della candidatura di un “erede”. 

Per il resto, tutti gli altri candidati si preparano al voto del 29: è il caso di Enza Bruno Bossio, Franco Laratta, Cesare Marini, Stefania Covello, Giovanni Manoccio. Si fa anche il nome di Bruno Villella o quello di Franco Pacenza. Tramontata invece l’ipotesi Katia Stancato: la portavoce del forum del Terzo settore, nonostante le pressioni provenienti da ambienti del Pd, non si candiderà. Anzi, era in prima fila alla presentazione del listone civico di Montezemolo e del ministro Riccardi che appoggia l’ipotesi di un Monti bis. Fuori dall’agone elettoral – primarie si tira anche il presidente della Provincia Mario Oliverio. «A seguito delle notizie apparse in questi giorni sulla stampa, nelle settimane scorse e anche in queste ore ho avuto modo di esprimere sia al Commissario regionale del Pd Alfredo D’Attorre, che alla segreteria nazionale del partito – dice Oliverio – la mia volontà di non avanzare richiesta di candidature alle prossime elezioni politiche. E’ mia intenzione portare a termine il mandato alla guida della Provincia di Cosenza per il quale ho chiesto ed ottenuto un largo consenso degli elettori, ma anche dare un contributo attivo alla necessaria ricostruzione e ed al rilancio del Pd e del centrosinistra in Calabria». 
«Noi ci siamo battuti in questi mesi per cambiare la legge elettorale, al fine di consentire ai cittadini di eleggere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento. Abbiamo chiesto al Pd – continua – di selezionare i propri candidati attraverso le primarie qualora la legge non fosse stata cambiata. Bersani si è impegnato in tal senso anche in occasione della sua venuta in Calabria. Bisogna dargli atto che agli impegni ha fatto seguire, con coerenza, i fatti ed il 29 e il 30 di questo mese sarà celebrata in Italia una nuova pagina di partecipazione democratica. Ora bisogna dare spazio e consentire ad energie e forze qualificate e dei territori di farsi avanti. Il mio impegno sarà pieno, per contribuire ad aiutare il Pd e il centrosinistra a costruire un clima unitario ed inclusivo per servire la causa del cambiamento necessario all’Italia e alla Calabria». E in casa Sel? Nulla di certo ancora sulle primarie: la riunione in programma ieri per le regole è stata aggiornata. Tuttavia c’è già un primo candidato: è Antonio Palermo, sostenuto dal circolo Sudalterno Sel dell’Unical.
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