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NON vuole sgambetti Bersani. Lo strappo del Psi ha aperto un fronte che preoccupa il segretario Pd soprattutto sul versante calabrese, dove l’aspirante premier teme il peso politico degli eredi del garofano. E così, mentre a Roma si tratta con Nencini sulla piattaforma di candidature da mettere a disposizione in tutta Italia, per la Calabria dagli uffici nazionali di Largo del Nazareno arriva l’invito a valutare una soluzione ad hoc, che potrebbe rivoluzionare gli assetti elettorali.

LA LISTA DEL GAROFANO – L’idea è partita proprio da Bersani, che ha chiamato in causa direttamente i vertici calabresi. Si tratta di una lista socialista per il Senato, distinta da quella del Pd ma ovviamente sotto l’ala della comune coalizione. Un progetto che ha stuzzicato la fantasia di Sandro Principe, tagliato fuori dalle primarie ma allettato dalla prospettiva di uno schieramento che valorizza le sue origini politiche. Anche se viene dato per improbabile che il capogruppo Pd in Consiglio regionale scenda in campo in prima persona, è certo che sarebbe pronto a impegnarsi nel sostenere l’iniziativa. E per il posto da capolista, oltre a lui, si guarda anche a Cesare Marini – prima beneficiario della deroga per entrare nelle primarie e poi protagonista di un passo indietro in polemica con la strutturazione delle liste – e soprattutto a Luigi Incarnato, segretario regionale del Psi e grande escluso nella prima rosa di nomi che Nencini aveva indicato a Bersani per occupare i posti blindati sotto l’insegna Pd.

Nei posti di rincalzo, verrebbero invece schierati gli amministratori locali, a partire dai sindaci: Gianni Papasso di Cassano, Giuseppe Aieta di Cetraro, Franco Mundo di Trebisacce, tanto per citare alcuni “papabili” del Cosentino.

LE TRATTATIVE ROMANE – Ma mentre in Calabria si ricama un nuovo simbolo elettorale, a Roma si prova a ricucire anche l’alleanza nazionale sulla base di cinque posti utili offerti a Nencini nelle liste Pd più un incarico di sottogoverno. E per quest’ultimo posto il nome che si fa avanti è quello di Bobo Craxi. Ma anche se Pier Luigi Bersani a Porta a Porta ha assicurato che l’accordo c’è già, la direzione nazionale del Psi non è ancora convinta. Nencini nel pomeriggio era stato molto duro: «Il Pd – aveva detto – deve riconoscere autonomia politica e organizzativa alla delegazione socialista, un patto di consultazione perchè siamo due partiti diversi e sovrani, una rappresentanza territoriale vera». Un’analisi che, per ora, Bersani sembra pronto a sottoscrivere solo per la Calabria, il Lazio e la Campania, con il progetto delle liste socialiste.

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