X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

ERA il 10 gennaio ma sembra passata una vita. Un po’ perché in fase di definizione delle liste elettorali anche un’ora può cambiare ogni scenario, ma soprattutto perché nel frattempo si è consumata la lunga notte di Palazzo Grazioli. Quella in cui Silvio Berlusconi ha imposto la candidatura di Domenico Scilipoti in Calabria, nelle liste per il Senato. 

E così sembra davvero perdersi nella memoria quello che Giuseppe Scopelliti, governatore e coordinatore del Pdl in Calabria, affermò in quel 10 gennaio, al termine della riunione del direttivo regionale del partito che si svolse a Vibo Valentia: «Seguiremo l’esigenza di una forte rappresentanza territoriale» assicurò il leader indiscusso del centrodestra. Di più: si sbilanciò a specificare che la lista del Pdl avrebbe avuto «solo rappresentanti calabresi, a differenza di partiti che hanno messo in lista gente che non ha niente a che fare con la Calabria». Erano i giorni in cui teneva banco la candidatura di Rosy Bindi come capolista del Pd alla Camera e quella di Alfredo D’Attorre alle sue spalle. Scelte che, sottolinearono in casa democratica, arrivavano in seguito alle primarie che la parlamentare toscana aveva sostenuto e vinto a Reggio, mentre il commissario del partito aveva affrontato, anch’egli da vincitore, a Catanzaro.

Dieci giorni dopo, il nome di Scilipoti arriva in tutt’altro contesto. Piovuto dall’alto tanto da costare ore di braccio di ferro a Roma, con Scopelliti che, riferiscono le indiscrezioni, avrebbe lasciato il tavolo delle trattative infuriato. Del resto, nelle ore precedenti alla stretta finale si era capito che non sarebbe stato facile per il Cavaliere piazzare l’ex deputato di Idv, diventato simbolo del trasformismo dopo l’appoggio concesso al governo Berlusconi nella concitata votazione di fiducia del 14 dicembre 2010. Il suo nome era stato accostato all’Abruzzo, ma anche lì si è scatenata la rivolta. Pare che lui, Scilipoti, durante la notte abbia detto: «Decidete voi, per me va bene qualsiasi posto». E alla fine, quindi, la grana è toccata alla Calabria. Con buona pace delle rassicurazioni date da Scopelliti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE