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CATANZARO – La Procura generale ha chiesto la conferma delle condanne già inflitte in primo grado all’ex capogruppo regionale dell’Udeur, Franco La Rupa, e ad Antonio Forastefano, presunto boss dell’omonimo clan di ‘ndrangheta del Cosentino, nell’ambito del procedimento scaturito dall’inchiesta denominata «Omnia». Il sostituto procuratore generale ha concluso la propria requisitoria davanti alla Corte d’appello di Catanzaro chiedendo di lasciare immutata la sentenza con la quale, il 18 luglio del 2011, il giudice dell’udienza preliminare di Castrovillari, Loredana De Franco, al termine del giudizio abbreviato inflisse cinque anni di reclusione per voto di scambio politico-mafioso a La Rupa, per il quale il pg oggi ha chiesto inoltre di riqualificare l’accusa in associazione mafiosa, e due anni e sei mesi a Forastefano, divenuto collaboratore di giustizia. Il giudizio d’appello è stato infine rinviato al 16 aprile per le arringhe dei difensori, l’avvocato Francesco Gambardella per La Rupa, e l’avvocato Ernesto D’Ippolito per Forastefano, e la sentenza. Il giudizio abbreviato per i due imputati – e per una terzi persona che fu completamente assolta – è stata una delle tranche del procedimento giudiziario scaturito dalla maxi inchiesta antimafia «Omnia», sfociata in un blitz scattato il 10 luglio 2007 per l’esecuzione di oltre 50 ordini di cattura, con cui la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e i carabinieri del Ros sgominarono il clan Forastefano, ritenuto dalla pubblica accusa padrone incontrastato delle attività illecite sul territorio di Cassano, ma con influenza criminale anche nel resto dell’Alto Jonio cosentino.

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