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REGGIO CALABRIA – Il consiglio regionale della Calabria continua a pagare l’indennità mensile ad Antonio Rappoccio: il consigliere regionale della lista “Insieme per la Calabria” finito in manette la scorsa estate dalla Guardia di finanza per i reati di associazione a delinquere, voto di scambio e truffa. Nulla di strano, tutto previsto dalla leggi. Ad Antonio Rappoccio, infatti, viene destinata un’indennità ridotta proprio per lo status di consigliere “sospeso” dalla sue prerogative consiliari. Nel conto corrente dell’esponente politico del gruppo “Insieme per la Calabria”, però, non finisce l’intero importo liquidato perchè la metà viene “girata” alla ex moglie che ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento dell’assegno di mantenimento. 

La cosa è finita sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria atteso che il responsabile dell’ufficio personale di Palazzo Campanella ha dovuto emettere un decreto ad hoc che rispettasse le richieste della ex consorte di Antonio Rappoccio, stabilite da una sentenza del tribunale reggino. Sulla trattenuta mensile, poi, verrà calcolato anche una quota di arretrato. La notizia, però, riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il vasto “panorama” di benefit di cui possono godere i consiglieri regionali, in questo caso della Calabria.
Fra i tanti benefit di chi gode la classe politica regionale, poi, c’è il cosiddetto trattamento di fine mandato. La legge, ciò, consente al consigliere regionale di accantonare delle somme ogni mese, alle quali viene aggiunta una quota parte “girata” dal datore di lavoro: il consiglio regionale, da “riscuotere” al termine del proprio mandato elettorale. Il trattamento di fine mandato, però, è stato cancellato dall’ufficio dai Palazzo Campanella in ossequio alle norme stringenti previste dalla spending review, con la legge numero 56 del 15 novembre del 2012. Così, i consiglieri regionali della Calabria hanno ricevuto una consistente strenna natalizia: la liquidazione del loro trattamento di fine mandato. Anche questo tutto previsto dalle leggi dello Stato e dalle norme regionali, ma andatelo a dire ai lavoratori precari o a coloro che non si sono ritrovati in busta paga gli stipendi degli ultimi mesi o la tredicesima mensilità.

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