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SORRIDE a Silvio Berlusconi, in Calabria, il dato del Senato. La coalizione di centrodestra vince la corsa contro la squadra di Bersani: 33,3% a 31,7%. Tradotto in seggi, significa 6 posti per gli uomini del Cavaliere. Uno, però, va alla lista Grande Sud, aprendo la strada di Palazzo Madama al consigliere regionale Giovanni Bilardi, fedelissimo del governatore e finora capogruppo della lista “Scopelliti Presidente” nell’assise calabrese. Al Pdl, quindi, restano cinque posti e il primo degli esclusi poteva essere Domenico Scilipoti, l’ex “responsabile” fiondato in Calabria da Roma nel corso della lunga notte in cui sono state chiuse le liste elettorali. Al numero uno, però, nell’elenco dei nomi c’è Silvio Berlusconi che di certo rinuncerà al posto calabrese liberando un varco al suo fedelissimo. Con lui entrano Tonino Gentile, Vincenzo D’Ascola, Pietro Aiello e Stefano Caridi. 

Per il Pd che sognava in grande restano solo le briciole: due seggi, quelli di Marco Minniti e Doris Lo Moro. Una truppa della stessa entità di quella che si riconosce negli slogan di Beppe Grillo. 

GLI ESORDIENTI A 5 STELLE – Quel 22% di elettori del Senato che ha votato il Movimento 5 Stelle, ha creato i presupposti per mandare tra i senatori due esponenti che, curiosamente, vivono entrambi nell’hinterland cosentino. Il primo, Francesco Molinari, di professione fa l’avvocato; il secondo, Nicola Morra, il professore di filosofia. 

GUARDA IL VIDEO DEL NEO SENATORE M5S

Ora per loro si apre uno scenario completamente nuovo. Inimmaginabile, quando scelsero di aderire alle schiere di Grillo. Cosa intendono fare lo riassume nel video spartano – sfondo bianco, rimbombo acustico – realizzato dal prof prima delle elezioni, ma solo «visto che il movimento lo richiede». 

GLI ESCLUSI ECCELLENTI – Il contraltare della gioia grillina è la delusione dei seguaci di Monti: la lista unica che fa capo al premier tecnico e che arruola i big centristi e i nomi della società civile come Katia Stancato non supera nemmeno lo sbarramento dell’8%. Niente Senato, quindi, nemmeno per l’assessore regionale Michele Trematerra, il primo in posizione utile dietro Pierferdinando Casini. Fuori anche Sel, che ha viaggato sul filo del quorum del 3%, chiudendo al 3,96%.

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