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CATANZARO – Il governatore Scopelliti è alle prese con il rimpasto del governo regionale. Che verosimilmente farà nel giro di due settimane. Che sarà costretto a fare perché negli ultimi mesi sono successe tante cose. A partire dalle elezioni politiche che hanno visto due suoi assessori essere eletti al Senato, Piero Aiello e Antonio Caridi. Nel frattempo si era dimesso l’assessore Francescantonio Stillitanti. La cui sostituzione pone un problema ulteriore perché l’esponente politico di Pizzo è andato via dall’Udc prima delle elezioni. E siccome i “guai” non vengono mai da soli, dall’Udc arrivano altre due questioni. Primo. La mancata elezione del presidente Franco Talarico al Parlamento. Secondo. L’uscita dal Parlamento di Roberto Occhiuto. Per il primo caso c’è un ridimensionamento politico del personaggio. Nel secondo caso c’è la possibilità di un risarcimento per Occhiuto che potrebbe essere cooptato nella giunta Scopelliti 2. Ma questi sono i desiderata dell’Udc che, però, devono incontrare il placet del presidente. Un accordo sarà trovato perché Scopelliti ha tutto l’interesse a tenere lo scudo crociato dentro il recinto dei fedelissimi. Piuttosto il governatore i problemi li ha al suo interno perché i posti disponibili sono pochi e le aspirazioni sono tante. 

Tenendo conto che ci sono settori del Pdl (quelli cha fanno capo all’on. Pino Galati e quelli che fanno capo agli ex An come Giovanni Dima) che chiedono di resettare tutto. La giunta, da farla ex novo, ma anche le presidenze delle commissioni consiliari che nel frattempo si sono state ridotte. Qual è il criterio che ispirerà Scopelliti nella scelta degli assessori? Uno soprattutto. La fidelizzazione territoriale. Ovvero, quel sano equilibrio tra rappresentanza e affidabilità. A differenza di Loiero Scopelliti ha cambiato quasi nulla nei primi tre anni. Avrebbe continuato così se fosse dipeso da lui. Ma dovrà fare di necessità virtù. Proiettando la nuova governance alle future battaglie politiche. Non ultima quella ambiziosa di doppiare altri cinque anni di presidenza. Ecco perché l’interessato dovrà fare attenzione a mettere persone esperte e di fiducia negli assessorati chiave. Da qui anche la possibilità che ci sia un rimescolamento completo, anche se, come detto, non è nelle corde del presidente cambiare frequentemente. 

Per cambiare Scopelliti dovrà usare il bilancino del farmacista perché non può guardare solo ai suoi, ma deve, dovrebbe, allargare il campo ad altri potenziali alleati. Inoltre, per andare incontro alle richieste pressanti che gli arrivano ogni giorno, dovrebbe cedere qualche delega pesante. Tipo il turismo. Insomma, anche se non si vede, c’è fibrillazione. A partire dalla candidatura di Wanda Ferro che Scopelliti vorrebbe subito dentro ma che Tallini, Aiello e Abramo ostacolerebbero secondo i rumors più accreditati. Infine, il presidente deve spegnere alcuni focolai. A Reggio Calabria dove c’è la fronda di Giuseppe Raffa e Nino Foti. A Vibo Valentia dove ci sono spinte centripete degli ex An. Crotone che appare ingovernabile per la lite continua tra Enzo Sculco e Dorina Bianchi. Di Catanzaro s’è detto. A Cosenza Tonino Gentile, sornione come un gatto soriano, osserva e vigila.
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