X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

CATANZARO – «Non tutto è melma». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti stamani incontrando i giornalisti a Catanzaro, nella sede della Regione, per commentare le notizie sull’inchiesta della procura della Repubblica di Reggio Calabria che vede indagati 10 consiglieri regionali, oltre ai direttori amministrativi dei gruppi, per la gestione dei fondi destinati ai gruppi politici consiliari. Si è trattato di una conferenza stampa convocata in mattinata dall’ufficio stampa della Giunta e non in programma. «Non abbiamo elementi di giudizio sui fatti – ha detto Scopelliti – se non quelli che abbiamo letto sui giornali. Se qualcuno ha fatto quanto si è letto sulla stampa, deve assumersi le proprie responsabilità. Se sono stati commessi questi errori, sono gravi e ognuno dovrà prenderne atto e trarne le dovute conseguenze. Però ho letto le dichiarazioni del procuratore aggiunto di Reggio, Sferlazza, che è una persona seria. E ne emerge che ancora non si sa chi siano i responsabili dei comportamenti denunciati. Quindi ne deduco che se qualche politico infedele c’è, c’è anche qualche infedele ad altri livelli che diffonde notizie sparando nel mucchio. Non tutto è melma e noi – ha detto Scopelliti – rifiutiamo questo modo di sparare contro tutti». Il presidente ha poi aggiunto che «credo che questo sia un fatto che ovviamente crea scompiglio, che crea e genera una confusione, forse voluta da alcuni per i quali tutto è melma. E noi non siamo d’accordo su questo. Penso che si tratti di un ennesimo gesto che certamente non aiuta questa Regione e la sua classe dirigente, che non è solamente quella politica, così come non aiuta le istituzioni calabresi. Chi è responsabile, certo, dovrà assumersi le sue responsabilità. Noi siamo garantisti, ma di fronte a errori così evidenti, qualora queste cose dovessero essere vere, non c’è altro da fare. Pare, comunque, che già qualcuna di queste situazioni cominci a smontarsi, come sembra essere – sostiene ancora Scopelliti – il caso della “lap dance”, che altro non sarebbe che la pubblicità del taxi o di un ristorante. Tutto questo serve a creare soltanto caos e a enfatizzare, in una regione che non ne ha bisogno, per la sua condizione sociale. E’ gravissimo – ha proseguito Scopelliti – enfatizzare in questo modo situazioni che forse non sono di tale gravità, ma che se dovessero essere sono di natura personale, ognuno dovrà risponderne non soltanto alla magistratura, ma anche ai partiti e ai cittadini». 

In particolare, il Governatore ha aggiunto che «sono tre giorni che si pubblicano notizie su indagati, mentre la magistratura dice che ha bisogno di tempo per valutare le cose. Credo che adesso ci sia la necessità, con urgenza, di non dover sputtanare l’intera classe dirigente mettendo tutti nel calderone e pensando di fare una comunicazione che svergogna l’intera classe dirigente e l’intera regione». All’incontro hanno partecipato anche i senatori Antonio Gentile, Piero Aiello e Antonio Caridi e l’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra. «Sulla vicenda dei rimborsi – ha detto ancora il Governatore – si è detto che Scopelliti non parla. Non parlo perchè ho aspettato per capire: ma qui non si capisce ancora nulla. Comunque non potevo stare nemmeno zitto perchè può darsi che i tributi che qualcuno ha pagato, e di cui qualcun’altro ha scritto, sono i tributi magari della segreteria politica che uno ha preso. È così, non è così? Non lo so. Vado pure io a naso perchè escludo che una persona intelligente, un politico, paghi i tributi di casa sua con i soldi del gruppo. Sarebbe una follia. Ecco perchè dico che ciascuno dovrà trarre le sue conseguenze».   «Se noi ci fossimo trovati davanti a dieci indagati con nome e cognome – ha detto ancora il presidente della Regione – ognuno avrebbe avuto la possibilità di difendersi o di assumersi le sue responsabilità, dandone conto, oltre che alla magistratura, anche ai partiti di provenienza. È inconcepibile, però, che si possa apprendere una notizia senza che ancora si sappiano i nomi perchè – ha affermato ancora il presidente – vuol dire che si vuole sputtanare la classe dirigente di un’intera regione in maniera vergognosa e che si debba ancora attendere 10-15 giorni per sapere chi sono gli eventuali responsabili di queste nefandezze. Non devo difendere nessuno: chi sarà indicato come colpevole dovrà dimostrare la sua innocenza e noi, per quanto ci riguarda, saremo inflessibili. Consentitemi, però, di difendere chi non ha abusato di nulla, è persona perbene e fa politica onestamente. Il messaggio dunque – ha concluso Scopelliti – è che non si può generalizzare, soprattutto in un momento particolare della vita di questa regione, così difficile e così infuocata». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE