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CATANZARO – Era questione di ore. Forse di minuti. E così è stato. Ieri sera Scopelliti avrebbe ricevuto la comunicazione dal vertice dell’Udc (riunito a Roma con Trematerra, Cesa e Casini) che la scelta del nuovo assessore regionale in quota al partito dello scudo crociato in sostituzione di Francescantanio Stillitani che si era dimesso prima delle elezioni perché non era stato candidato sarebbe caduta su Roberto Occhiuto. In verità nei giorni scorsi c’è stato uno scontro all’interno del partito tra Roma che puntava su Occhiuto e il gruppo regionale che puntava su Alfonso Dattolo. Ci sono state ampie e animate discussioni in merito. L’ultima della quale è stata domenica scorsa a Lamezia. Poi il summit di ieri, anche perché occorreva dare una risposta a Scopelliti. Ma il bello è che pare, ancora ieri sera e fino a una certa ora, non fosse stata data ancora la notizia all’interessato. Ma questo è un dettaglio. L’ingresso di Roberto Occhiuto, se confermata ufficialmente dai decisori, cambia le cose e sconvolge il ruolino di marcia che forse si era dato il governatore. Vengono stravolti i piani dal punto di vista geopolitico, ovvero della territorialità, della composizione stessa della giunta, per quanto riguarda il numero degli assessori esterni. Sul piano tecnico occorre ricordare che gli assessori esterni sono attualmente Giacomo Mancini, Antonella Stasi e Mario Caligiuri. Più due sottosegretari esterni: Alberto Sarra e Franco Torchia. Quanto devono essere gli esterni? La legge regionale sul questo punto è stata modificata. Ma resta l’interpretazione se il vice presidente senza deleghe debba essere escluso da computo degli esterni.Naturalmente se dovesse essere confermata questa conclusione verrebbero modificati alcuni presupposti che si è pensato potessero attraversare i desiderata di Scopelliti. Che erano innanzi tutto quelli di trovare una collocazione per Demi Arena, ex sindaco della città. Per Scopelliti il rimpasto di giunta è un passaggio importante perché il nuovo esecutivo gli servirà ad accompagnarlo nell’ultimo miglio. Quindi ha bisogno di collaboratori fidati ed efficienti che rispondano alle sue sollecitazioni. Da qui l’esigenza di trovare il giusto mix tra le necessità politiche e le risposte di una governance la più in sintonia possibile. Gli aspiranti sono ancora tanti. C’è l’onorevole Pino Galati che vorrebbe piazzare un suo uomo. Potrebbe essere Mario Magno, anche se nella provincia di Vibo Valentia c’è un vuoto da colmare. L’eventuale ingresso di Nazzareno Salerno potrebbe placare la fronda che viene montando dall’area ex An. Nella città di Reggio Calabria si è detto di Demetrio Arena. Ma nella città dello Stretto ci sono anche i nomi di Giovanni Nucera e Aurelio Chizzoniti che ballano. Anche a Cosenza c’è qualcuno che morde il freno, soprattutto adesso che c’è Occhiuto che aggiunge a Gentile e Mancini. E a Catanzaro ci sarebbe da sostituire Piero Aiello. In generale prevalgono due tipi ansia: quella di chi aspira a un posto al sole e quella di chi teme di tornare all’ombra. Poi c’è la partita della lista “Scopelliti Presidente”. Questa riguarda la rimodulazione dei gruppi e delle commissioni. Giovanni Bilardi, il capo gruppo, è stato eletto senatore. Ancora non si è dimesso (così come sull’altro fronte non si sono dimessi Bruno Censore e Ferdinando Aiello), quando lo farà gli scopellitis dovranno trovare il sostituto. Ma per trovare il sostituto di Bilardi bisognerà mettere ordine agli equilibri nelle varie commissioni consiliari che sono state ridotte.Attenzione, però. Questo rimpasto potrebbe anche essere interlocutorio. All’orizzonte ci sono alcune variabili. Tipo: il commissariamento delle province. In questo caso potrebbe rientrare in gioco Wanda Ferro che al momento è fuori. Insomma, nonostante la determinazione di Scopelliti di chiudere questa partita, la navigazione è a vista.

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