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di ADRIANO MOLLO

Tre incarichi in meno di due anni. Una richiesta di risarcimento danni contro la Regione mai ritirata da cui continua a percepire incarichi. E lo smacco di una revoca dalla direzione amministrativa dell’Asp di Cosenza perché, secondo il direttore generale Gianfranco Scalpelli ha «scarsa conoscenza dei processi di riorganizzazione aziendale in materia sanitaria». Eppure per l’Udc calabrese, Flavio Cedolia, 50 anni, è un manager su cui fare affidamento. Infatti prima lo indica come direttore generale di Fincalabra, con nomina del12 aprile 2011. In quella postazione, però, vi rimane per poco tempo, la giunta regionale lo sostituisce perché su Fincalabria ha grosse aspettative, deve gestire tutti i finanziamenti anticrisi e la società ha bisogno di un cambio di passo. Ma l’Udc gli trova un’altra collocazione più prestigiosa. Infatti dopo pochi mesi, il 16 gennaio del 2012, ottiene la nomina di direttore amministrativo dell’Asp cosentina. A nominarlo è il direttore generale, Gianfranco Scarpelli che, però, dopo 10 mesi è costretto a revocarlo. I motivi? Sono tutti elencati nella delibera 3201 del 27 novembre del 2012. «Si sono verificate gravi violazioni nell’iter di approvazione degli atti deliberativi, posto che da mesi giacciono presso l’Ufficio del direttore amministrativo numerose proposte di delibera da parte degli uffici competenti, senza alcuna decisione, favorevole o contraria, da parte di quest’ultimo: che vane sono risultate le varie richieste di espressione del parere da parte degli Uffici proponenti dell’ufficio gestione delibere, della segreteria della direzione generale…». Il direttore generale evidenzia che  «tale stato di cose comporta un allungamento dei tempi di approvazione dei documenti fondamentali per il corretto operare dell’amministrazione pubblica, esponendo tra l’altro l’ente a responsabilità contrattuale e contabili nei confronto di terzi; che l’azione del Direttore amministrativo denota una mancanza di volontà collaborativa, una scarsa affidabilità nel supportare l’azione del direttore generale, un comportamento ostruzionistico nell’espletamento delle attività amministrative ordinarie, una scarsa conoscenza dei processi di riorganizzazione aziendale in materia sanitaria e comunque una compromissione del rapporto fiduciario». Tanto basta al dottor Scalpelli per accompagnarlo alla porta. Ma in soccorso del manager arriva ancor una volta l’Udc che prima punta i piedi creando tensioni nella maggioranza e poi gli trova una nuova collocazione: commissario della nuova Arssa. Prima di andare via Cedolia, però, presenta ben cinque denunce contro il direttore generale e una anche nei confronti dei giornalisti che all’epoca si erano limitati a raccontare la vicenda e una richiesta di risarcimento danni all’Asp per 300 mila euro. 
Il manager è solito rivolgersi alla magistratura per cercare “ristoro”. Infatti pende ancora anche presso il tribunale civile di Reggio Calabria una sua richiesta danni contro il consiglio regionale che nel 2007 lo mandò via dal Corecom dove era componente dal lontano 2001. L’organismo di controllo in quegli anni era finito anche in un’inchiesta della magistratura dopo le denunce di alcune emittenti televisive che si erano viste scavalcare nella graduatoria per i finanziamenti pubblici. 
Se si guarda il curriculum di Cedolia negli ultimi venti anni ha sempre avuto incarichi fiduciari su indicazione di parte politica, nulla di anomalo se non fosse perché è buona prassi ed eticamente corretto che momento in cui un professionista prende un incarico fiduciario da un ente pubblico rinunci alla lite giudiziaria nei confronti del datore di lavoro, anche perché quei soldi sono dei cittadini.
Cedolia mentre era membro del Corecom (dal 2001 al 2007) e percepiva un lauto stipendio (5.000 euro al mese) era contemporaneamente amministratore delegato della società mista Siracusa Risorse spa (dal 2005 al 2010); consigliere di amministrazione della società Sitn Spa (dal 2005 al 2007) controllata da Agea (la società che eroga i fondi in agricoltura); consulente finanziario dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone (dal 2005 al 2007); consulente di Sviluppo Italia Calabria (dal 2003-2004). Ma la sua carriera inizia nel 1994 nel Consorzio Telcal come direttore di progetto “Sanità” fino a ricoprire l’incarico di direttore generale nel 2001-2002. L’iniziativa Telcal, come è noto, è naufragata dopo una spesa di 409 miliardi di vecchie lire. 
Tutti questi incarichi, quasi tutti legati alla gestione di contratti e rapporti economici con enti pubblici e società private, sono elencati nel curriculum che Flavio Cedolia ha presentato alla Camera di Commercio di Cosenza per ottenere un incarico di consulente (2009-2010) come componente deldi Nucleo di Vigilanza e Controllo Strategico. Come si può capire il manager è un instancabile lavoratore, meglio di Batman. 

TRE incarichi in meno di due anni. Una richiesta di risarcimento danni contro la Regione mai ritirata da cui continua a percepire incarichi. E lo smacco di una revoca dalla direzione amministrativa dell’Asp di Cosenza perché, secondo il direttore generale Gianfranco Scalpelli ha «scarsa conoscenza dei processi di riorganizzazione aziendale in materia sanitaria». Eppure per l’Udc calabrese, Flavio Cedolia, 50 anni, è un manager su cui fare affidamento. Infatti prima lo indica come direttore generale di Fincalabra, con nomina del12 aprile 2011. 

In quella postazione, però, vi rimane per poco tempo, la giunta regionale lo sostituisce perché su Fincalabria ha grosse aspettative, deve gestire tutti i finanziamenti anticrisi e la società ha bisogno di un cambio di passo. Ma l’Udc gli trova un’altra collocazione più prestigiosa. Infatti dopo pochi mesi, il 16 gennaio del 2012, ottiene la nomina di direttore amministrativo dell’Asp cosentina. A nominarlo è il direttore generale, Gianfranco Scarpelli che, però, dopo 10 mesi è costretto a revocarlo. I motivi? Sono tutti elencati nella delibera 3201 del 27 novembre del 2012. «Si sono verificate gravi violazioni nell’iter di approvazione degli atti deliberativi, posto che da mesi giacciono presso l’Ufficio del direttore amministrativo numerose proposte di delibera da parte degli uffici competenti, senza alcuna decisione, favorevole o contraria, da parte di quest’ultimo: che vane sono risultate le varie richieste di espressione del parere da parte degli Uffici proponenti dell’ufficio gestione delibere, della segreteria della direzione generale…». 

Il direttore generale evidenzia che  «tale stato di cose comporta un allungamento dei tempi di approvazione dei documenti fondamentali per il corretto operare dell’amministrazione pubblica, esponendo tra l’altro l’ente a responsabilità contrattuale e contabili nei confronto di terzi; che l’azione del Direttore amministrativo denota una mancanza di volontà collaborativa, una scarsa affidabilità nel supportare l’azione del direttore generale, un comportamento ostruzionistico nell’espletamento delle attività amministrative ordinarie, una scarsa conoscenza dei processi di riorganizzazione aziendale in materia sanitaria e comunque una compromissione del rapporto fiduciario». Tanto basta al dottor Scarpelli per accompagnarlo alla porta. 

Ma in soccorso del manager arriva ancor una volta l’Udc che prima punta i piedi creando tensioni nella maggioranza e poi gli trova una nuova collocazione: commissario della nuova Arssa. Prima di andare via Cedolia, però, presenta ben cinque denunce contro il direttore generale e una anche nei confronti dei giornalisti che all’epoca si erano limitati a raccontare la vicenda e una richiesta di risarcimento danni all’Asp per 300 mila euro. Il manager è solito rivolgersi alla magistratura per cercare “ristoro”. Infatti pende ancora anche presso il tribunale civile di Reggio Calabria una sua richiesta danni contro il consiglio regionale che nel 2007 lo mandò via dal Corecom dove era componente dal lontano 2001. 

L’organismo di controllo in quegli anni era finito anche in un’inchiesta della magistratura dopo le denunce di alcune emittenti televisive che si erano viste scavalcare nella graduatoria per i finanziamenti pubblici. Se si guarda il curriculum di Cedolia negli ultimi venti anni ha sempre avuto incarichi fiduciari su indicazione di parte politica, nulla di anomalo se non fosse perché è buona prassi ed eticamente corretto che momento in cui un professionista prende un incarico fiduciario da un ente pubblico rinunci alla lite giudiziaria nei confronti del datore di lavoro, anche perché quei soldi sono dei cittadini. Cedolia mentre era membro del Corecom (dal 2001 al 2007) e percepiva un lauto stipendio (5.000 euro al mese) era contemporaneamente amministratore delegato della società mista Siracusa Risorse spa (dal 2005 al 2010); consigliere di amministrazione della società Sitn Spa (dal 2005 al 2007) controllata da Agea (la società che eroga i fondi in agricoltura); consulente finanziario dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone (dal 2005 al 2007); consulente di Sviluppo Italia Calabria (dal 2003-2004). Ma la sua carriera inizia nel 1994 nel Consorzio Telcal come direttore di progetto “Sanità” fino a ricoprire l’incarico di direttore generale nel 2001-2002. 

L’iniziativa Telcal, come è noto, è naufragata dopo una spesa di 409 miliardi di vecchie lire. Tutti questi incarichi, quasi tutti legati alla gestione di contratti e rapporti economici con enti pubblici e società private, sono elencati nel curriculum che Flavio Cedolia ha presentato alla Camera di Commercio di Cosenza per ottenere un incarico di consulente (2009-2010) come componente del Nucleo di Vigilanza e Controllo Strategico. Come si può capire il manager è un instancabile lavoratore, meglio di Batman. 

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