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E’ IL giorno in cui l’accordo trasversale tra le forze politiche potrebbe consentire, sin da subito, l’elezione del Presidente della Repubblica. E la Calabria è ora al centro di questo panorama, con la candidatura annunciata ed accettata del giurista e costituzionalista Stefano Rodotà. Nella prima “chiama” non c’è stato nulla da fare per l’ex presidente del Senato, Franco Marini, sponsorizzato dalle forze poliche che, però, si sono divise al loro interno. Dalle 10, senatori, deputati e delegati regionali (1.007 grandi elettori) si sono ritrovati a Montecitorio per le operazioni di voto. Il calendario prevede due votazioni al giorno, alle 10 e alle 15,30, senza soluzioni di continuità, visto che si tratta di un’unica seduta. Possibili quindi scrutini anche di domenica o di giorno festivo. Per i primi tre scrutini sarà necessaria la maggioranza dei due terzi, ovvero 672 voti. Dalla quarta sarà sufficiente la maggioranza assoluta, a quota 504. A votare saranno 630 deputati, i 319 senatori (compresi i 4 a vita) e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, tranne la Val d’Aosta che ha un delegato). Sulla carta il centrosinistra può contare su 496 voti, il centrodestra su 270, Scelta civica ha 70 ‘grandi elettori’ e Il Movimento 5 Stelle conta su 162 voti.
La candidatuta proposta da Grillo, con la sorpresa Rodotà, ha creato scompiglio nei partiti che, sin dalle prime ore della giornata, si sono affrettati a commentare le ipotesi e a lanciare appelli. Ed infatti, nonostante i numeri premiavano sulla carta la “coalizione” composta da Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega, hanno prevalso le criticità e le posizioni di tanti parlamentari che non hanno accettato il nome proposto dal confronto tra Bersani e Berlusconi.
ORE 20.24. LA PROPOSTA INDECENTE DI CASTALDI (M5S). «Se il Pd vota Rodotà facciamo il governo». Così twitta Gianluca Castaldi, deputato 5 Stelle
ORE 20,12. IL M5S VALUTA PRODI. E’ iniziata a Montecitorio la riunione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle al termine delle prime due votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Nella riunione, secondo quanto viene riferito, si analizzerà l’esito del voto di oggi e si discuterà della linea da seguire anche nelle votazioni di domani. La maggioranza è per votare, secondo quanto si apprende, per Rodotà ad oltranza. Ma c’è anche chi propone una valutazione diversa nel caso spuntasse il nome di Romano Prodi alla quarta votazione. Molti deputati ostentano sicurezza sul fatto che «stavolta non ci spaccheremo» comme avvenuto nel caso del voto di Grasso. Ma se si arrivasse a dover essere determinanti sul nome di Prodi, secondo quanto si apprende, «i 20 voti necessari grillini si potrebbero trovare», spiega un deputato 5 Stelle, anche perchè il voto è segreto. E tra l’altro, ribadisce un autorevole fonte M5S, è stato lo stesso Grillo a dire ai suoi, in occasione dell’incontro al casale, che «Prodi non ci fa schifo». Quindi, questa è la conclusione, ci sarebbe un via libera implicito a votarlo se la situazione lo richiedesse. Meglio Prodi, dice qualcuno, che Marini o D’Alema. Anche se a quel punto c’è chi vorrebbe quantomeno una garanzia sul presidente del Consiglio, che potrebbe essere per l’appunto Rodotà.

ORE 19,24. QUARTA VOTAZIONE FORSE SABATO. La quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica potrebbe slittare a sabato. Al momento la riunione congiunta dei capigruppo di Camera e Senato aveva stabilito che si sarebbe proceduto a due votazioni al giorno. Ma domani alle 9 è convocata una nuova riunione congiunta dei capigruppo: in quella sede un capogruppo potrebbe chiedere lo slittamento e si potrebbe dunque passare a una nuova decisione.
ORE 19,02. SECONDO VOTO CONCLUSO. Rodotà chiude la seconda sessione di voto con 230 voti. Oltre 400 le schede bianche.

ORE 18,35. M5S SOSTIENE RODOTA’ FINO ALLA QUARTA VOTAZIONE. Il M5S porterà avanti il nome di Stefano Rodotà fino alla quarta votazione. Lo ha annunciato Beppe Grillo nel corso di un comizio a Trieste.

ORE 17,24. MARINI NON LASCIA. «Franco Marini non avrebbe nessuna intenzione di fare al momento un passo indietro. Nonostante al primo scrutinio per l’elezione del prossimo Capo dello Stato abbia raccolto solo 521 voti, l’ex presidente del Senato avrebbe spiegato al cerchio più ristretto dei suoi sostenitori in Parlamento di voler restare in pista. Marini avrebbe riferito di avere avuto rassicurazioni da Silvio Berlusconi che il Pdl non appoggerà altri candidati. Per questo non esclude ancora di potercela fare dalla quarta votazione – quando per essere eletto i voti necessari sono 504 – a meno che non sia il Pd a scegliere di cambiare strategia. 

ORE 17.00. L’AUSPICIO DI VENDOLA. «Mi auguro che il Pd converga sul nome di Rodotà. Sarebbe un atto di coraggio per il bene del centrosinistra». Lo dice Nichi Vendola parlando con i cronisti di fronte a Montecitorio. 

ORE 15,50. INIZIATA LA SECONDA VOTAZIONE. E’ cominciata a Montecitorio la seconda votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica. Anche al secondo scrutinio la soglia è di 672 voti, pari a due terzi dell’Assemblea.

ORE 15:04. SCOPELLITI, SENZA MARINI CONDIVISIONE PIU’ AMPIA.  «Se non ci sarà un ampio consenso su Marini, sarà possibile trovare percorsi più ampi di condivisione». Lo ha detto il governatore Pdl della Calabria, Giuseppe Scopelliti (uno dei grandi elettori del Capo dello Stato), intervistato dalla stampa di fronte a Montecitorio. «Se Marini prende più del 50%, è segno che c’è una maggioranza per eleggerlo – ha aggiunto Scopelliti -. Bisognerà capire se questa strada unitaria porterà a un risultato finale».

ORE 14,40.  RODOTA’ PIU’ DEI 5 STELLE. Stefano Rodotà alla prima votazione ha ottenuto 240 voti, che supera di molto la somma dei voti dei 5 stelle (162) e di Sel (45). Rodotà è stato quindi votato anche da una parte del Pd che non ha accettato la candidatura di Marini decisa da Bersani.
ORE 14,30 I RISULTATI. Franco Marini ha ottenuto 521 voti nel primo scrutinio. Seguono Rodotà con 240 voti, Chiamparino 41, Prodi 14, Bonino 13, D’Alema 12, Napolitano 10, Finocchiaro 7, Cancellieri 2, Monti 2. I voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 104, le nulle 15. I ‘grandi elettori’ assenti alla prima votazione sono stati 8, tra cui i senatori a vita Andreotti e Ciampi.
ORE 14,22 PD CON SCHEDA BIANCA. Per il secondo turno di voto, previsto per oggi pomeriggio alle 15,30, il Partito democratico ha annunciato che voterà scheda bianca. Si punta alla quarta votazione per eleggere il presidente, quindi quella in programma per domani pomeriggio, quando non ci sarà più il quorum dei due terzi. 
ORE 13,52 STOP A MARINI. Nulla da fare alla prima chiama, Franco Marini non raggiunge il quorum. Marini non ha raggiunto alla prima votazione la soglia dei due terzi dell’assemblea dei ‘grandi elettorì. Per eleggere il Presidente della Repubblica sarà necessaria una seconda votazione, dove saranno comunque necessari almeno 672 voti.
ORE 13,35 CURIOSITA’ NELLE URNE. Una preferenza per il Quirinale la raccoglie anche un nome che più ‘società civile’ di così non si può. Peccato che non sia proprio eleggibile, perchè «Raffello Mascetti» è un personaggio della fantasia: è, per la precisione, il conte Lello impersonato da Ugo Tognazzi nella serie di Amici miei. Si tratta, per maggior precisione, del personaggio che inventa la ‘supercazzola’.  C’è un voto anche per Valeria Marini tra le schede dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Quando la presidente della Camera Laura Boldrini, tra i tanti voti per Franco Marini, ha letto il nome dell’attrice nell’emiciclo sono scoppiate risate e applausi. Un voto anche per Veronica Lario.
ORE 13,25 “BRUCIA” IL PD. Bruciata simbolicamente la tessera del Pd in piazza Montecitorio. Sono stati due iscritti a farlo. Tra loro c’è Claudia Costa: «Perchè l’ho fatto? Perchè non l’ho fatto prima, piuttosto – risponde al cronista che la interpella – dopo anni che abbiamo detto che il Pdl è improponibile andiamo a fare degli accordi?». Di fronte alla piazza il gruppetto di manifestanti scandisce ancora: «Rodotà, Rodotà».
ORE 13,15 VIA AI CONTEGGI. Chiusa la votazione  e iniziato lo scrutinio.
ORE 13 CONTEGGI E COLLOQUI. Leader politici in fermento, con riunioni continue durante le procedure di voto. Il tentativo di eleggere il presidente al primo “colpo” è in bilico per pochi voti. Decisivo il numero dei “franchi tiratori”.
ORE 12,45 LA PROTESTA. Mentre nell’aula della Camera procede la ‘chiama’ al voto per il Quirinale, in piazza Montecitorio va in scena la protesta. Contro la crisi e contro la scelta dei democratici di convergere su Franco Marini come nuovo inquilino del Colle. Da un lato una quindicina di sindaci che arrivano da tutta Italia (gran parte sono calabresi) in rappresentanza dell’associazione dei piccoli comuni lancia il suo appello perchè non si riesce più ad andare avanti e ad erogare servizi, dall’altra, ma senza soluzione di continuità, da un gruppetto di una cinquantina di manifestanti si levano striscioni che inneggiano a Stefano Rodotà.
ORE 11,45 OMONIMIA RISOLTA. Fonti della Presidenza della Camera fanno notare che Catiuscia Marini non è eleggibile, in quanto nata nel 1967. Scrivere sulla scheda il solo cognome ‘Marini’ non darà quindi problemi di omonimia per l’elezione del Presidente della Repubblica.
ORE 11 L’OMONIMIA. Il primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica potrebbe proporre un problema di omonimia. Tra i delegati regionali c’è la Presidente della regione Umbria Catiuscia Marini. Il candidato più accreditato alla prima votazione è Franco Marini. I ‘grandi elettorì dovranno quindi scrivere sulla scheda nome e cognome.
ORE 10,20 SI VOTA. E’ cominciata la prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Le prime due chiame saranno riservate ai senatori, poi toccherà votare ai deputati ed infine ai delegati regionali. Il tempo previsto per ogni votazione con scrutinio è di quattro-cinque ore.
ORE 10,10 LA LEGA. Anche la Lega pronta a votare Marini dal primo turno.
ORE 9,32 IL COMMENTO DI MARINI. 

«E’ una battaglia dura e spero si possa fare bene. L’augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi». Poche parole, come suo costume. Franco Marini accenna così, intercettato dalle telecamere di Tgcom24 fuori dalla sua abitazione, alla corsa al Quirinale.
E’ il suo il nome ufficialmente in campo, non senza forti contrasti nel Pd, appunto il suo partito. L’ex presidente del Senato si limita a dire che «stamattina De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere» per poi liquidare, anche qui con il suo consueto pragmatismo, fantasmi di spaccature tra i Democratici: «Scissione? Ma quale scissione…». 

«E’ una battaglia dura e spero si possa fare bene. L’augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi». Poche parole, come suo costume. Franco Marini accenna così, intercettato dalle telecamere di Tgcom24 fuori dalla sua abitazione, alla corsa al Quirinale.E’ il suo il nome ufficialmente in campo, non senza forti contrasti nel Pd, appunto il suo partito. L’ex presidente del Senato si limita a dire che «stamattina De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere» per poi liquidare, anche qui con il suo consueto pragmatismo, fantasmi di spaccature tra i Democratici: «Scissione? Ma quale scissione…». 

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