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GENOVA – L’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, di origini calabresi, è stato arrestato nella sua casa genovese stamani alle 6. È stato immediatamente trasferito nel carcere di San Vittore. L’abitazione è stata perquisita da militari della guardia di finanza. Lo riferiscono i suoi legali, Paolo Scovazzi e Sandro Vaccaro. Gli sono contestate l’associazione per delinquere e la truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano sui fondi della Lega Nord. Oltre a lui sono stati arrestati anche l’imprenditore veneto Stefano Bonet ed il procacciatore di affari Romolo Girardelli, detto ‘l’ammiraglio’. I tre sono indagati anche dalla Dda di Reggio Calabria in un filone calabrese dell’inchiesta sulla gestione dei fondi del Carroccio. Belsito è indagato per riciclaggio con l’aggravante di avere favorito la cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano insieme ad altre sette persone, tra le quali il consulente legale Bruno Mafrici, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) ma residente a Milano, Romolo Girardelli, ritenuto dagli investigatori legato alla ‘ndrangheta, e l’imprenditore veneto Stefano Bonet. Nell’aprile dell’anno scorso la Dda di Reggio Calabria effettuò una serie di perquisizioni nei confronti delle persone indagate. Furono sequestrati anche documenti e supporti informatici. L’attività investigativa, coordinata dal pm reggino Giuseppe Lombardo, è attualmente in corso. Nei mesi il magistrato si è recato a Lugano dove ha incontrato i colleghi elvetici e acquisire alcuni documenti utili alle indagini. L’ipotesi dell’accusa è che Belsito avrebbe richiesto il supporto di una società fiduciaria con sede a Lugano per la predisposizione di strutture societarie attraverso le quali giustificare il trasferimento all’estero di denaro tenuto in Italia. Gli inquirenti sono anche a caccia di un conto cifrato in Svizzera che potrebbe essere stato messo a disposizione degli emissari milanesi della famiglia di ‘ndrangheta dei De Stefano di Reggio Calabria per riciclare il denaro provento delle attività illecite di una delle cosche più potenti.   L’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, infatti, ipotizza che tra i fondi neri della Lega finiti all’estero vi possa essere anche il denaro frutto degli affari illeciti della cosca De Stefano, fatto confluire nella massa di denaro gestita da Belsito allo scopo di riciclarlo e ripulirlo per nuovi investimenti.

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