X
<
>

Condividi:
9 minuti per la lettura

Reggio Calabria – Si allarga l’inchiesta sui rimborsi taroccati dei gruppi del Consiglio regionale della Calabria. Si allara sia nel tempo che sul fronte delle persone che saranno chiamate a rispondere di “peculato”, “concorso in peculato” e “truffa”. Cresce l’inchiesta condotta dal Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal sostituto Matteo Centini della Procura di Reggio Calabria. Va avanti su diversi fronti. Nelle scorse ore, i finanzieri del gruppo della Comando Provinciale della Guardi di Finanza reggina sono tornati a Palazzo Campanella con un’ulteriore richiesta di documentazione aggiuntiva.
Le Fiamme Gialle hanno chiesto le carte dei bilanci dei gruppi politici regionali della scorsa legislatura. E più esattamente i rendiconto e le relative pezze d’appoggio degli anni 2007, 2008 e 2009. Una scelta obbligata, alla luce di due precise circostanze. La prima riguarda il fatto che molte delle spese di bilancio rilevate nelle annualità già sotto osservazione (il 2010, 2011 e 2012) hanno per così dire radici antiche. In altri termini si tratterebbe di impegni assunti anche negli anni precedenti (vedi ad esempio l’acquisto di automobili pagate a rate intestate ai gruppi) che gli inquirenti vogliono controllare. La seconda ragione per la quale si sta andando anche a ritroso è che rispetto alle prime notizie apparse sulla stampa gli investigatori avrebbero ricevuto una serie di segnalazioni piuttosto dettagliate che li costringono a svolgere tutta una serie di verifiche. Impresa non semplice per magistrati e polizia giudiziaria. In questo senso si tratta di ricostruire i passaggi che riguardano gruppi politici che non esistono più (vedi Forza Italia e Alleanza nazionale, solo per fare un esempio) ed eventualmente chiedere conto di possibili irregolarità ad esponenti politici che non sono più stati eletti in consiglio regionale. Un lavoro imponente che va fatto con il personale disponibile e con forze di polizia che comunque sono impegnate su più fronti, non ultimo quello della criminalità organizzata che in Calabria resta ovviamente la priorità di magistrati e investigatori. 
L’inchiesta poi si sta muovendo anche sul fronte delle verifiche bancarie e sui riscontri che, caso per caso, vanno accertati e verificati. Con il proseguire dei giorni starebbe aumentando anche il numero dei consiglieri e dei capogruppo che sarebbero finiti, o starebbero per finire, sul registro degli indagati. Per il resto la tabella di marcia programmata dai magistrati sarebbe sempre la stessa. Al sesto piano del Cedir si starebbe lavorando per convocare i capigruppo per i primi interrogatori. Appuntamenti che saranno preceduti dai relativi avvisi di garanzia. Insomma tanta carne al fuoco. E d’altra parte non potrebbe essere altrimenti viste le nefandezze che già nelle prime ore sarebbero emerse.
Basta ricordare episodi come quelli del biglietto per la “lap-dance” oppure i rimborsi chiesti ed ottenuti per i “Gratta e Vinci”. E ancora i soldi spesi da qualche consigliere  in un negozio di articoli religiosi per acquistare interi mazzi di santini. Capitolo a parte le trasferte singole, di coppia, e persino di gruppo, con tanto di pullman fittato per un viaggio a Chianciano. Prezzo rimborsato 3.700 euro tondi.  E rimborsi di viaggi e soggiorni vari in diverse città. Tra le carte di cui sarà chiesto conto anche gli acquisti di vini. Un vezzo per diversi esponenti regionali probabilmente per fare regali. Tra le tante, spuntano una serie di fatture, per importi diversi. Si va dai 30 euro per una bottiglia a forniture da 780 euro. 
Sotto la lente ci sono anche fatture che riguardano momenti conviviali. Naturalmente tra le spese rimborsate ci sono singoli caffè (70 centesimi), panini e pasti frugali da asporto. Roba da pochi euro su cui, forse, ci sarebbe da ridire più sul piano etico che giudiziario. Tuttavia quello che più ha attirato l’attenzione degli investigatori sono i mega pranzi da 20 o 25 persone, che uniti alle cene fanno contare – per un singolo consigliere – anche 66 coperti in un solo ristorante. Appuntamenti goderecci per migliaia di euro che non convincono finanzieri e magistrati. 
Infine tra le voci che non trovano apparentemente spiegazione ci sono una serie di fatture e scontrini fiscali (tutti rimborsati) relativa a una sorta di “fai da te”. Voci che vanno dal “materiale elettrico” e pezzi di “arredo bagni”. Articoli che non sarebbero esattamente inquadrabili tra gli strumenti tipici di chi fa politica o rappresenta le istituzioni. Lo stesso dicasi per le fatture dei detersivi, per le bollette o il rimborso delle multe elevate dalla stradale per alcune centinaia di euro a testa. Roba strana insomma. Che sicuramente sarà oggetto degli interrogatori che nel giro di alcuni giorni la Procura ha intenzione di avviare. 
Davanti agli inquirenti, accompagnati dai rispettivi legali, sfileranno come già detto praticamente tutti i direttori amministrativi dei gruppi regionali e i capigruppo. Per quanto riguarda i politici si tratterebbe di personalità di primo piano. Nell’elenco vi sarebbero alcuni consiglieri transitati nei ruoli della Giunta regionale, altri neo eletti in Parlamento. Tra questi, inizialmente otto farebbero riferimento alla maggioranza di centrodestra e due alla minoranza di centrosinistra. Ma alla luce dei nuovi riscontri le cose potrebbero cambiare.

REGGIO CALABRIA – Si allarga l’inchiesta sui rimborsi taroccati dei gruppi del Consiglio regionale della Calabria. Si allara sia nel tempo che sul fronte delle persone che saranno chiamate a rispondere di “peculato”, “concorso in peculato” e “truffa”. Cresce l’inchiesta condotta dal Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal sostituto Matteo Centini della Procura di Reggio Calabria. Va avanti su diversi fronti. Nelle scorse ore, i finanzieri del gruppo della Comando Provinciale della Guardia di Finanza reggina sono tornati a Palazzo Campanella con un’ulteriore richiesta di documentazione aggiuntiva.

Le Fiamme Gialle hanno chiesto le carte dei bilanci dei gruppi politici regionali della scorsa legislatura. E più esattamente i rendiconto e le relative pezze d’appoggio degli anni 2007, 2008 e 2009. Una scelta obbligata, alla luce di due precise circostanze. La prima riguarda il fatto che molte delle spese di bilancio rilevate nelle annualità già sotto osservazione (il 2010, 2011 e 2012) hanno per così dire radici antiche. In altri termini si tratterebbe di impegni assunti anche negli anni precedenti (vedi ad esempio l’acquisto di automobili pagate a rate intestate ai gruppi) che gli inquirenti vogliono controllare. La seconda ragione per la quale si sta andando anche a ritroso è che rispetto alle prime notizie apparse sulla stampa gli investigatori avrebbero ricevuto una serie di segnalazioni piuttosto dettagliate che li costringono a svolgere tutta una serie di verifiche. Impresa non semplice per magistrati e polizia giudiziaria. 

In questo senso si tratta di ricostruire i passaggi che riguardano gruppi politici che non esistono più (vedi Forza Italia e Alleanza nazionale, solo per fare un esempio) ed eventualmente chiedere conto di possibili irregolarità ad esponenti politici che non sono più stati eletti in consiglio regionale. Un lavoro imponente che va fatto con il personale disponibile e con forze di polizia che comunque sono impegnate su più fronti, non ultimo quello della criminalità organizzata che in Calabria resta ovviamente la priorità di magistrati e investigatori. L’inchiesta poi si sta muovendo anche sul fronte delle verifiche bancarie e sui riscontri che, caso per caso, vanno accertati e verificati. Con il proseguire dei giorni starebbe aumentando anche il numero dei consiglieri e dei capogruppo che sarebbero finiti, o starebbero per finire, sul registro degli indagati. Per il resto la tabella di marcia programmata dai magistrati sarebbe sempre la stessa. Al sesto piano del Cedir si starebbe lavorando per convocare i capigruppo per i primi interrogatori. Appuntamenti che saranno preceduti dai relativi avvisi di garanzia. Insomma tanta carne al fuoco. E d’altra parte non potrebbe essere altrimenti viste le nefandezze che già nelle prime ore sarebbero emerse.

Basta ricordare episodi come quelli del biglietto per la “lap-dance” oppure i rimborsi chiesti ed ottenuti per i “Gratta e Vinci”. E ancora i soldi spesi da qualche consigliere  in un negozio di articoli religiosi per acquistare interi mazzi di santini. Capitolo a parte le trasferte singole, di coppia, e persino di gruppo, con tanto di pullman fittato per un viaggio a Chianciano. Prezzo rimborsato 3.700 euro tondi.  E rimborsi di viaggi e soggiorni vari in diverse città. Tra le carte di cui sarà chiesto conto anche gli acquisti di vini. Un vezzo per diversi esponenti regionali probabilmente per fare regali. Tra le tante, spuntano una serie di fatture, per importi diversi. Si va dai 30 euro per una bottiglia a forniture da 780 euro. Sotto la lente ci sono anche fatture che riguardano momenti conviviali. Naturalmente tra le spese rimborsate ci sono singoli caffè (70 centesimi), panini e pasti frugali da asporto. Roba da pochi euro su cui, forse, ci sarebbe da ridire più sul piano etico che giudiziario. Tuttavia quello che più ha attirato l’attenzione degli investigatori sono i mega pranzi da 20 o 25 persone, che uniti alle cene fanno contare – per un singolo consigliere – anche 66 coperti in un solo ristorante. Appuntamenti goderecci per migliaia di euro che non convincono finanzieri e magistrati. Infine tra le voci che non trovano apparentemente spiegazione ci sono una serie di fatture e scontrini fiscali (tutti rimborsati) relativa a una sorta di “fai da te”. Voci che vanno dal “materiale elettrico” e pezzi di “arredo bagni”. Articoli che non sarebbero esattamente inquadrabili tra gli strumenti tipici di chi fa politica o rappresenta le istituzioni. Lo stesso dicasi per le fatture dei detersivi, per le bollette o il rimborso delle multe elevate dalla stradale per alcune centinaia di euro a testa. Roba strana insomma. Che sicuramente sarà oggetto degli interrogatori che nel giro di alcuni giorni la Procura ha intenzione di avviare. Davanti agli inquirenti, accompagnati dai rispettivi legali, sfileranno come già detto praticamente tutti i direttori amministrativi dei gruppi regionali e i capigruppo. Per quanto riguarda i politici si tratterebbe di personalità di primo piano. Nell’elenco vi sarebbero alcuni consiglieri transitati nei ruoli della Giunta regionale, altri neo eletti in Parlamento. Tra questi, inizialmente otto farebbero riferimento alla maggioranza di centrodestra e due alla minoranza di centrosinistra. Ma alla luce dei nuovi riscontri le cose potrebbero cambiare.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE