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CATANZARO – Trasparenza e competenza come criteri base per individuare i dirigenti della Regione Calabria, ma anche una maggiore attenzione, in sede di contrattazione, rispetto al pagamento dei premi di produttività. Le organizzazioni sindacali di Cgil e Cisl Funzione pubblica tracciano un percorso virtuoso per la riorganizzazione degli uffici. E lo fanno con una nota stampa nella quale evidenziano aspetti positivi e strade da intraprendere, rispetto a scelte che negli anni hanno penalizzato la professionalità, a discapito di sviluppo e crescita. Un monito, probabilmente, rivolto alla classe politica calabrese: «Sarebbe necessario ed opportuno, oltre che dar seguito, tout court, alle logiche di spending review – scrivono i due sindacati – perseguire logiche di trasparenza e competenza nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali, che, come anche la recente normativa impone, dovrebbero essere individuati tra chi si è distinto per meriti e competenze, valutati con criteri prestabiliti e attraverso procedure comparative degli stessi. Solo così si fugherebbero davvero le ombre degli sprechi e delle inutili sovrapposizioni o di compensi ingiustificati». 

Ed anche sui premi i sindacati non hanno dubbi: «E’ appena il caso di rammentare – scrivono nella nota – che i compensi accessori dei dirigenti sono e restano, al netto di tutte le riforme, materia di contrattazione e solo il tavolo negoziale può e deve stabilire, entro i tetti stabiliti dal CCNL, la loro erogazione che esiste in ragione di valutazioni più o meno positive, ma sempre conseguenti alla consegna di obiettivi certi e alla individuazione di criteri di pesatura concreti e oggettivi, scevri da ogni personale discrezionalità. Infatti, la Corte Costituzionale, con sentenza del 14 febbraio 2013, ha recentemente stigmatizzato le decisioni sulle retribuzioni accessorie assunte in solitudine, senza contrattazione con le organizzazioni sindacali, da parte degli organi di gestione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria». «Il buon funzionamento della pubblica amministrazione e quindi anche del Consiglio regionale, ne siamo convinti – sostengono Cgil-Fp e Cisl-Fp – dipende da questi pochi principi che assieme alla semplificazione e quindi allo snellimento dei livelli organizzativi può consegnare servizi efficienti ai cittadini e risparmi di spesa. A noi non sfugge che dalla qualità delle scelte in merito agli incarichi apicali possa derivare una migliore organizzazione e una migliore gestione e valorizzazione di tutto il personale». 
Nell’analizzare l’attuale situazione, i due sindacati affermano di apprezzare «gli sforzi dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nel voler attuare reali risparmi di spesa, attraverso la rivisitazione e lo snellimento della struttura burocratica che con i molteplici livelli dirigenziali, spesso inutilmente sovrapposti, ha ingessato le attività dei dirigenti».
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