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di GIOVANNI VERDUCI
REGGIO CALABRIA – Aurelio Chizzoniti non molla la presa su Fincalabra. Il presidente della Commissione speciale di vigilanza, che aveva già provveduto a presentare un esposto presso la Procura di Catanzaro e alla Corte dei conti, ha dato corso ad una nuova iniziativa di denuncia, o meglio di autodenuncia. Questa volta, infatti, l’avvocato reggino ha deciso di segnalare ai magistrati dell’ufficio di Procura catanzarese la propria persona ed il vice presidente della Commissione speciale di vigilanza Carlo Guccione.
L’iniziativa del presidente Chizzoniti prende spunto dalle dichiarazioni che il neo assessore Demetrio Arena ha rilasciato in consiglio regionale rispondendo ad un’interrogazione sulla questione delle assunzioni a Fincalabra sollevata dalla Commissione speciale di vigilanza.
«Visto che – scrive Chizzoniti in un comunicato stampa – secondo il neo Assessore e soprattutto secondo il redattore dell’obbrobrio giuridico, la Commissione da me presieduta avrebbe agito contra ius ed anche sine titulo, sia io che il Vice Presidente  della stessa Carlo Guccione, non abbiamo esitato ad autodenunciarci alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Per i reati di usurpazione di funzioni in concorso formale con l’evidente abuso in atti di ufficio (347 e 323 c.p.). Ovvero, per qualsiasi altra ipotesi delittuosa nella specie ravvisabile».
Per il presidente della Commissione speciale di vigilanza, poi, l’ex sindaco di Reggio Calabria si sarebbe «prodotto in una spericolata difesa di Ufficio della predetta Finanziaria Regionale concorrendo a delegittimare e depotenziare compiti e funzioni di una Commissione Speciale pur istituita con delibera assunta dalla massima Assemblea Legislativa Regionale sin dal 27 maggio del 2005».
Nelle scorse settimane, infine, il presidente Chizzoniti aveva inoltrato un esposto sulle assunzioni di Fincalabra. Il plico era stato spedito alla Procura della Repubblica di Catanzaro, che ha aperto un fascicolo d’indagine ed ascolterà quanto Chizzoniti avrà da dire sul caso, e ai magistrati della Corte di conti. 

REGGIO CALABRIA – Aurelio Chizzoniti non molla la presa su Fincalabra. Il presidente della Commissione speciale di vigilanza, che aveva già provveduto a presentare un esposto presso la Procura di Catanzaro e alla Corte dei conti, ha dato corso ad una nuova iniziativa di denuncia, o meglio di autodenuncia. Questa volta, infatti, l’avvocato reggino ha deciso di segnalare ai magistrati dell’ufficio di Procura catanzarese la propria persona ed il vice presidente della Commissione speciale di vigilanza Carlo Guccione.
L’iniziativa del presidente Chizzoniti prende spunto dalle dichiarazioni che il neo assessore Demetrio Arena ha rilasciato in consiglio regionale rispondendo ad un’interrogazione sulla questione delle assunzioni a Fincalabra sollevata dalla Commissione speciale di vigilanza.
«Visto che – scrive Chizzoniti in un comunicato stampa – secondo il neo Assessore e soprattutto secondo il redattore dell’obbrobrio giuridico, la Commissione da me presieduta avrebbe agito contra ius ed anche sine titulo, sia io che il Vice Presidente  della stessa Carlo Guccione, non abbiamo esitato ad autodenunciarci alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Per i reati di usurpazione di funzioni in concorso formale con l’evidente abuso in atti di ufficio. Ovvero, per qualsiasi altra ipotesi delittuosa nella specie ravvisabile».
Per il presidente della Commissione speciale di vigilanza, poi, l’ex sindaco di Reggio Calabria si sarebbe «prodotto in una spericolata difesa di Ufficio della predetta Finanziaria Regionale concorrendo a delegittimare e depotenziare compiti e funzioni di una Commissione Speciale pur istituita con delibera assunta dalla massima Assemblea Legislativa Regionale sin dal 27 maggio del 2005».
Nelle scorse settimane, infine, il presidente Chizzoniti aveva inoltrato un esposto sulle assunzioni di Fincalabra. Il plico era stato spedito alla Procura della Repubblica di Catanzaro, che ha aperto un fascicolo d’indagine ed ascolterà quanto Chizzoniti avrà da dire sul caso, e ai magistrati della Corte di conti. 

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