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CATANZARO – Come richiesto dall’oramai ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini (oggi tornato alla direzione generale del Ministero) il presidente Scopelliti ha consegnato il piano per affrontare l’emergenza rifiuti in Calabria dopo anni di commissariamento. Sei pagine fitte di dati tecnici per presentare la situazione che si è venuta a creare con decine di migliaia di tonnellate di spazzatura rimasta in strada perché gli impianti non riescono a lavorarla prima del trasferimento in discarica. La situazione ereditata dal passaggio di consegne dal commissario per l’emergenza alla Regione è drammatica sotto molti di punti di vista. Impianti obsoleti, alcuni acquistati per la raccolta differenziata e mai entrati in funzione e i proprietari della discarica private che fanno affari in ragione del fatto che il 100% dei rifiuti che entra degli impianti di trattamento va a finire nei lori impianti. Questo perché la raccolta differenziata, nonostante i soldi investiti della Regione, non decolla. «Siamo a livelli da terzo mondo, siamo al 10%, rispetto al 65% che ci impone la normativa nazionale ed europea», afferma l’assessore regionale Francesco Pugliano mentre fuori dalla sua stanza ci sono i sindaci dell’Alto tirreno e del Reventino con cui ha fissato una riunione operativa. 

L’assessore annuncia che il Dipartimento ha avviato una ricognizione sull’attività di raccolta in tutti quei Comuni che hanno già incassato le anticipazione di fondi Ue per avviare il servizio. «In caso di inadempienze, come prescrive la normativa nazionale e comunitaria – spiega – chiederemo la restituzione dei fondi» e nel caso di situazioni gravi, tipo distrazione di fondi, gli amministratori rischiano di finire davanti alla Corte dei Conti. In Calabria, è scritto del piano per superare l’emergenza trasmesso al ministero, si producono 800.000 tonnellate l’anno di rifiuti urbani, (esclusi quelli derivanti dalla raccolta differenziata che si attestano a 80.000), cioè circa 2.400 tonnellate al giorno. Il sistema impiantistico calabrese autorizzato consente di trattarne solo 1.590, quindi ben 810 tonnellate non si riescono a trattare. Il risultato è stato in questi mesi che il 16% dei rifiuti è rimasto in strada, il 19% è finito in discarica tal quale e il 65% negli impianti di trattamento. Ora la Regione per superare l’emergenza ha chiesto alla Regione Toscana di poter accogliere i rifiuti “tal quali” cioè senza trattamento (lunedì la giunta toscana dovrebbe determinarsi) e nello stesso tempo ha avvitato un piano di investimenti sugli impianti. E’ noto che la Regione è proprietaria del Termovalorizzatore di Gioia Tauro e degli impianti ex Veolia del Sistema Calabria Sud dati momentaneamente in gestione alla società lametina Ecologia Oggi. Questi impianti sono posizionati a Sambatello (Rc), Gioia Tauro, Siderno, Crotone e Rossano.
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