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COSENZA – Potrebbe essere un rimpasto di giunta la soluzione per tamponare la crisi che sembra prospettarsi al Comune di Cosenza. Lo chiedono subito sette consiglieri comunali di Palazzo dei Bruzi come terapia palliativa per smaltire una frattura tra il sindaco di Cosenza e la sua vice che rischia di creare imbarazzo in tutto il centrodestra (LEGGI L’ARTICOLO). Anche perché il sindaco si chiama Mario Occhiuto ed è il fratello di Roberto, parlamentare appena lasciato fuori da Montecitorio ma con referenze di alto profilo nei quadri nazionali dell’Udc; e colei che fino a oggi era la sua vice è Katya Gentile, figlia dell’assessore regionale Pino e nipote del senatore Tonino, vice coordinatore del Pdl in Calabria e spesso coinvolto quando ai tavoli romani Berlusconi convocava i big del partito.

Occhiuto-Gentile: fu un braccio di ferro di tanti anni fa a indurre Roberto a lasciare Forza Italia per traslocare con il suo seguito tra i centristi. E stavolta, dopo un tira e molla dai toni sempre più accesi, è la giovane Gentile a dover fare i bagagli. Mario Occhiuto le ha revocato le deleghe, estromettendola dalla giunta comunale, dopo che lei ha culminato un botta e risposta a distanza accostando il primo cittadino al comandante Schettino.

Ora però l’imperativo è ricomporre la frattura. Ma come? Mario Occhiuto ha fatto sapere, anche a freddo, che non intende tornare sui suoi passi ma che per lui l’asse di governo non è in discussione: solo una questione personale con la sua ex vice, insomma. Per il Pdl però lo schiaffo è difficile da digerire senza una mossa di compensazione anche se tra i berlusconiani non si può nemmeno rischiare di mettere in discussione un’alleanza che ha permesso di arrivare a Palazzo dei Bruzi e aggiungere una bandierina blu allo scacchiere amministrativo regionale. 

Per ora non è bastato attribuire la poltrona di vicesindaco a Luciano Vigna, un altro degli esponenti pdl in giunta. Vigna ora si occuperà anche di Patrimonio mentre le altre deleghe della Gentile, Riqualificazione ed Emergenza casa, restano in mano al sindaco. Ma sette consiglieri comunali tra Pdl, Scopelliti presidente e Popolari Liberali su nove chiedono, se proprio non si può ottenere il reintegro della Gentile, che tutti gli assessori del partito riconsegnino le loro deleghe, imponendo così il rimpasto. Le firme in calce al documento sono di Francesco De Cicco, Massimo Lo Gullo, Carmine Manna, Carmelo Salerno, Francesco Spadafora, Michelangelo Spataro e del presidente del consiglio comunale Luca Morrone. Rispetto alla maggioranza, non hanno aderito, invece, Lino Di Nardo (Pdl) e Giovanni Quintieri (quest’ultimo della lista Scopelliti presidente), entrambi vicini al cosnigliere regionale Fausto Orsomarso. E non c’è Claudio Nigro che in consiglio siede nel monogruppo “Occhiuto sindaco” ed è ritenuto nell’area del capogruppo pdl in consiglio regionale, Giampaolo Chiappetta.

 

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