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«UNA mia grande ambizione, come ministro e come italiana, è che quel charter che parte da Reggio Calabria verso la Lombardia per portare i malati che non possono curarsi nella loro regione, non parta più». Lo ha detto Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ospite di “Porta a porta”. Un’affermazione destinata a suscitare reazioni in Calabria, che risulta essere tre le regioni a più alta migrazione sanitaria

RACCONTA LA TUA ESPERIENZA – Quelle di chi è costretto a rivolgersi fuori dalla regione o di chi sceglie di farlo perché non si fida del sistema sanitario locale sono spesso storie di odissee che aggiungono indignazione alla sofferenza. Il Quotidiano ha deciso di proporre ai lettori di raccontarle in 15 righe (mille caratteri spazi inclusi) da inviare via mail all’indirizzo ilquotidiano.web@finedit.com o con un messaggio sulla pagina Facebook del giornale. E su twitter sarà possibile commentare usando l’hashtag #micurofuori.

INSODDISFATTI DEL SERVIZIO – Secondo il rapporto Oasi 2012 dell’Università Bocconi oltre il 57% dei calabresi è insoddisfatto della qualità assistenza, nonostante ciò il sistema continua a produrre deficit e i calabresi sono tra i più tartassati d’Italia per coprire quel deficit. 

Nel dettaglio della ricerca emerge che nel 2011 la spesa sanitaria pubblica in Calabria per la gestione corrente (al lordo della mobilità interregionale) è diminuita di -0,8% sul 2010, così come la spesa pro capite, pari a 1.704 euro (-0,9% sul 2010). A questa riduzione, però fa contraltare il saldo della mobilità sanitaria, cioè il rapporto tra debiti con le altre regioni e crediti che risulta negativo, con un conseguente aumento della spesa pro capite: si calcola che nel 2010 la spesa al netto della mobilità sia stata di 1.834 euro, 114 euro, in più rispetto a quella al lordo della mobilità (1.720 euro). 

Mediamente le prestazioni fuori regione ammontano a circa 65.000 e per la maggior parte dei casi si tratta di alte specialità. Per quanto riguarda gli indici di attrazione e fuga dei pazienti, la Calabria viene classificata tra le regioni «in deficit» insieme alla Campania, con elevata mobilità in uscita e ridotta mobilità in entrata, con livelli di offerta inferiori rispetto alla domanda o percepiti di bassa qualità. Questo dato nel 2012, secondo dati non ufficiali, potrebbe essere aumentato a causa delle chiusura degli ospedali di confine come Praia a Mare e Trebisacce e il potenziamento da parte della Regione Basilicata dei nosocomi viciniori di Lauria e Policoro. 

 

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