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REGGIO CALABRIA – Sono centinaia e pesano sulle casse asfittiche della Regione per diverse migliaia di euro. Stiamo parlando dei dirigenti regionali della Calabria; quelli in forza alla giunta (in numero maggiore) e quelli che occupano una postazione dentro i vari uffici che sono ospitati a Palazzo Campanella. Un piccolo esercito fatto di generali, se si tiene di conto la loro retribuzione in busta paga. A loro tocca la guida, fra l’altro, dei quindici dipartimenti (al cui timone spesso vengono chiamati dirigenti esterni all’amministrazione regionale e fra i quali rientra anche il dipartimento delegazione di Roma), dell’avvocatura regionale, di cinquantuno settori ed di un centinaio di servizi. E questo solo per quanto riguarda la struttura organizzativa della giunta regionale. 

Dentro l’Astronave i numeri sono meno complessi, ma la situazione è sotto la lente d’ingrandimento dell’Ufficio di presidenza che vorrebbe venire a capo di una semplificazione all’interno di una struttura in cui, vuoi per vuoti istituzionali o pensionamenti dell’ultima ora, diverse responsabilità sono state affidate ad interim al segretario generale di Palazzo Campanella. 
La speranza dei calabresi è che allo studio di Franco Talarico e dei colleghi dell’ufficio di presidenza ci sia una sostanziosa sforbiciata. In queste settimane il governo regionale sta rinnovando, o riscrivendo, i contratti di un folto gruppo di dirigenti chiamati a Palazzo Alemanni nel 2010: responsabili di dipartimento voluti dal presidente della giunta regionale sulla base dei loro requisiti professionali, e per questo spesso finiti sotto la lente d’ingrandimento delle organizzazioni sindacali, ma soprattutto in ossequio al criterio della fiducia personale. In commissione affari istituzionali, poi, a giorni approderà un provvedimento normativo che dovrebbe apportate alcune modifiche ai criteri di selezione degli organi di vertice degli uffici calabresi. La proposta di legge, il cui relatore è il consigliere regionale del Pdl Mario Magno, prevede delle modifiche alla legge 13 maggio 1996 numero 7 che ha fissato le norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della giunta regionale e sulla dirigenza regionale. In sostanza questo progetto di modifica normativa introduce la fattispecie del corso concorso per l’accesso alla qualifica di dirigente regionale, prevedendo i titoli necessari per poter partecipare alla selezione; istituisce il comitato unico di garanzia finalizzato a limitare discriminazioni e favorire le pari opportunità e, poi, introduce una riduzione del 3 per cento degli importi per le indennità spettanti. In tempi di vacche magre e di tagli lineari alle spese, quello economico è l’aspetto che subito balza agli occhi. 
Quanto guadagna un dirigente regionale di fascia alta? Al lordo in busta paga, il trattamento economico di un dirigente generale della Regione Calabria si aggira sui 140 mila euro compresa la tredicesima mensilità. Allo stipendio tabellare di circa 41 mila euro, vengono aggiunte altre voci: quella della retribuzione di posizione di poco inferiore ai 50 mila euro e quella delle ulteriori indennità che sfiora anch’essa i 50 mila euro. A queste voci, poi, si va ad aggiungere la retribuzione di risultato che in Calabria pare davvero difficile non maturare.
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