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ROMA – La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia e il loro riordino, che ne prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione. Non è materia da disciplinare con decreto legge, hanno stabilito i giudici costituzionali.

Tornano in gioco, a questo punto, anche Vibo Valentia e Crotone che erano stati accorpati a Catanzaro in una riproposizione di quella che era la geografia di un tempo della Calabria con le tre sole province.

Ad essere dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale sono alcuni punti dei decreti legge in materia varati nel 2011 e nel 2012. “Il decreto legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza – spiega la Consulta in un comunicato – è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. 

«Adegueremo il metodo secondo le indicazioni importanti della Corte. La Riforma del sistema deve proseguire», ha commentato il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Graziano Delrio. E il ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello ha aggiunto: «L’odierna sentenza della Corte Costituzionale sulle province rende ancora più importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull’intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l’assetto degli enti territoriali. E’ il tempo di rendersi conto che mancate riforme e scorciatoie hanno un costo anche economico che in un momento di così grave crisi il paese non può più sopportare».

Redazione web

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