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REGGIO CALABRIA – La sanità calabrese si prepara alla fase due. Il governatore Scopelliti, durante il dibattito in consiglio regionale, ha presentato i nuovi obiettivi del Piano di rientro. Nella veste di commissario regionale per la sanità, Scopelliti si è detto certo che il nuovo programma operativo non è di “retroguardia” ma è l’unico strumento per “rilanciare le capacità della regione Calabria nel settore della sanità”. 

Le parole di Scopelliti, però, hanno trovato la critica feroce di Carlo Guccione. Il consigliere del Pd, infatti, ha sostenuto: “In Calabria abbiamo una sanità virtuale che cozza con la realtà. Oggi c’è bisogno di una forte discontinuità ed invece si procede ancora con la politica dell’uomo solo al comando”. Prima dell’avvio dei lavori consiliari, preceduti da una lunga riunione della maggioranza e dalla conferenza dei capigruppo, si è registrata una nuova protesta dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.
Scopelliti, nel suo lungo intervento, ha analizzato tutta la situazione del settore: “Il debito sanitario che ci siamo trovati a fronteggiare nella legislatura, dal 2010, ammonta a 1,441 miliardi di euro”. Il report di Scopelliti al Consiglio regionale è stato avvalorato dall’illustrazione di dati numerici relativi alle gravi difficoltà del settore e comprendenti le indicazioni necessarie anche a favorire il recupero della funzionalità della rete ospedaliera e della rete dei servizi territoriali. 
“La Regione – ha detto il governatore – a conclusione del processo di ricognizione e riconciliazione del debito, ha individuato tutte le risorse per la copertura del debito pregresso 2007 e ante. Nello specifico ha individuato come coperture: l’accesso di liquidità (mutuo) di 428 milioni, le spettanze disponibili (risorse Servizio Sanitario regionale 2007 e ante) dal Mef di 325 milioni, richiesto l’utilizzo dei Fondi Fas per 688 milioni. Con le risorse individuate ha già effettuato pagamenti dei fornitori per 202 milioni, pagamenti regionali centralizzati per 161 milioni, trasferimenti alle Aziende sanitarie per effettuare pagamenti pari a 41 milioni. Inoltre, la Regione ha avviato anche l’attività amministrativa richiesta per i pagamenti del debito al 31 dicembre 2012, per accedere all’anticipazione di liquidità di 107 milioni”. Scopelliti, inoltre, ha detto che “nel periodo del piano di rientro la perdita della sanità è stata ridotta ad un terzo di quella del 2010. Il 2012 si è chiuso con un consuntivo di -70 milioni, ma si deve inoltre considerare nell’anno, per effetto della spending review, che il Fondo Sanitario regionale è stato ridotto di circa 30 milioni”. 
Nella sua relazione il presidente della Giunta regionale non ha nascosto “i sacrifici richiesti ai calabresi per effetto dell’innalzamento delle aliquote oltre i livelli massimi per coprire i disavanzi degli anni pregressi” e poi ha posto l’attenzione anche sui dati dei ricoveri “Il patto della Salute 2010-2012 – ha rilevato – stabiliva uno standard per mille abitanti di 180 ricoveri e la Regione, attraverso il Dpgr 18/10 e le azioni di spostamento sul territorio e di appropriatezza, è riuscita a stare sotto lo standard previsto e avvicinarsi a quello delle regioni virtuose, tenuto conto che il tasso di ospedalizzazione prende in considerazione tutti i pazienti calabresi ovunque questi ricevano le prestazioni. La Regione è, quindi, in linea con lo standard di posti letto per mille abitanti, che è di 3,7 come previsto dalle indicazioni nazionali presentate nel dl 95/2012. Peraltro, l’effetto riconversione ha migliorato anche gli elementi di inappropriatezza portandoli entro i valori di riferimento”. Tra i dati in miglioramento, anche il calo dei parti cesarei: nel 2012 la Regione si era posto l’obiettivo del 35%, si è giunti al 35,7, sotto il dato nazionale, che è prossimo al 40%. Infine, dopo avere rivolto un appello alla minoranza per ”evitare inutili polemiche e lavorare per contribuire al rilancio del nuovo modello sanitario calabrese”, Scopelliti ha parlato “del forte interesse riscontrato da parte di numerosi medici nostri conterranei a ritornare a lavorare in Calabria”.

SPUNTA LA COMMISSIONE. Intanto, i consiglieri regionali Aurelio Chizzoniti, Nicola Adamo, Pietro Amato, Giuseppe Bova, Antonino De Gaetano, Emilio De Masi, P ietro Giamborino, Giuseppe Giordano, Damiano Guagliardi, Carlo Guccione, Agazio Loiero, Mario Maiolo, Demetrio Naccari Carlizzi, Antonio Scalzo, Francesco Sulla, Domenico Talarico e Pasquale Tripodi chiedono l’inserimento al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta consiliare “dell’istituzione di una Commissione d’inchiesta volta ad accertare i criteri attraverso i quali sono stati individuati i budget assegnati alle strutture convenzionate con la Regione Calabria”.

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