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REGGIO CALABRIA – Ora c’è la richiesta di reintegro e per Antonio Rappoccio la porta di palazzo Campanella tornerà presto ad aprirsi. Già nella seduta del 25 luglio, il consigliere regionale potrà riprendere il suo posto tra i banchi del gruppo “Insieme per la Calabria”. La domanda ufficiale è stata presentata oggi negli uffici dell’assemblea regionale. E Aurelio Chizzoniti, che sarà costretto a fargli spazio, attacca: «Mi cacciano dal Consiglio grazie alla compiacenza della Procura che restituisce alla politica un consigliere pluri imputato».

RESTA L’ACCUSA DI VOTO DI SCAMBIO – E’ passato quasi un anno da quando Rappoccio venne tratto in arresto: era agosto del 2012, il consigliere regionale della Calabria venne imprigionato dalla Guardia di Finanza. L’accusa per lui è di associazione a delinquere, truffa e voto di scambio. L’ordine di arresto è stato firmato dall’avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi che aveva avocato l’inchiesta dalla procura distrettuale. Scuderi aveva affidato agli uomini del colonnello Di Gesù una serie di accertamenti sul conto del Rappoccio al quale erano state perquisite casa e uffici. L’esponente del Pri che ha sostenuto la maggioranza di centro destra alla Regione Calabria, per ottenere l’elezione in consiglio regionale, nel 2010, avrebbe messo in piedi un meccanismo di «concorsi fantasma» con lo scopo di accaparrarsi i voti di molti giovani reggini, in cerca di prima occupazione. 

Antonio Rappoccio, dopo la libertà dalle ristrettezze carcerarie, potrebbe ritrovare anche il suo posto a Palazzo Campanella. L’ex consigliere regionale del gruppo “Insieme per la Calabria”, infatti, risponderà delle accuse che gli sono state mosse dalla Procura reggina a piede libero e, in base allo statuto regionale ed ai regolamenti interni del “parlamentino” calabrese, ha tutte le carte in regola per avanzare un’esplicita richiesta all’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. 
Antonio Rappoccio, anche dopo l’arresto nel 2012, non si è mai dimesso dalla sua carica ma, come prevedono le norme, è stato sostituito dal primo dei non eletti e suo “accusatore” principale Aurelio Chizzoniti. L’avvocato reggino, quindi, potrebbe essere chiamato a lasciare il consiglio regionale, il gruppo di “Insieme per la Calabria” e la sua carica di presidente della Commissione speciale di vigilanza.
Tutto è nelle mani di Antonio Rappoccio. Tranne che lo stesso politico reggino non decida di dimettersi, la strada è segnata ed il suo rientro in consiglio regionale dovrebbe registrarsi in breve tempo.
La prassi, infatti, vuole che sia lo stesso ex consigliere regionale direttamente, o attraverso i suoi legali, a comunicare all’Ufficio di presidenza di Palazzo Campanella il provvedimento di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La notifica dovrebbe essere vagliata dal settore segreteria dell’assemblea che, pena il rischio di un’accusa di omissione d’atti d’ufficio, sarà chiamata a portare la questione all’ordine del giorno del primo consiglio regionale utile.
Ad oggi, però, l’Ufficio di presidenza non ha ricevuto nessuna istanza da parte di Antonio Rappoccio. La cosa è stata confermata dal suo legale di fiducia, l’avvocato reggino Giacomo Iaria, e dallo stesso ex consigliere regionale. 
Contattato telefonicamente, infatti, Antonio Rappocio non ha escluso nessuna ipotesi per quanto attiene il suo futuro politico in consiglio regionale.
«Oggi – ha detto Antonio Rappoccio – sto assaporando la bellezza della libertà e della tranquillità dopo 10 mesi e 11 giorni di tribolazioni. In questo momento non voglio dire assolutamente niente sul mio prossimo futuro».
Sul futuro, quindi, Antonio Rappoccio non esclude sorprese, sul passato invece si sente tranquillo e si sfoga.
«Confido – ha proseguito il politico reggino – e confiderò sempre nella giustizia e nei magistrati che sono persone corrette. Sono convinto che chi segue il mio processo è un professionista ed una persona perbene».
Come si ricorderà Antonio Rappoccio venne tratto in arresto ad agosto del 2012. 
Il consigliere regionale della Calabria è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. L’accusa per l’esponente politico calabrese è di associazione a delinquere, truffa e voto di scambio.
L’ordine di arresto per Rappoccio è stato firmato dall’avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi che nei mesi scorsi aveva avocato l’inchiesta dalla procura distrettuale. Scuderi aveva affidato agli uomini del colonnello Di Gesù una serie di accertamenti sul conto del Rappoccio al quale erano state perquisite casa e uffici.
L’esponente del Pri che ha sostenuto la maggioranza di centro destra alla Regione Calabria, per ottenere l’elezione in consiglio regionale, nel 2010, avrebbe messo in piedi un meccanismo di «concorsi fantasma» con lo scopo di accaparrarsi i voti di molti giovani reggini, in cerca di prima occupazione.
Da queste accuse Antonio Rappoccio, da giovedì, potrà difendersi da uomo libero.

SI DIFENDERA’ A PIEDE LIBERO – Dopo la libertà dalle ristrettezze carcerarie, Rappoccio risponderà ora delle accuse che gli sono state mosse dalla Procura reggina a piede libero e, in base allo statuto regionale ed ai regolamenti interni del “parlamentino” calabrese, ha tutte le carte in regola per avanzare un’esplicita richiesta all’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. 

Antonio Rappoccio, anche dopo l’arresto nel 2012, non si è mai dimesso dalla sua carica ma, come prevedono le norme, è stato sostituito dal primo dei non eletti e suo “accusatore” principale Aurelio Chizzoniti. L’avvocato reggino, quindi, dovrà ora lasciare il consiglio regionale, il gruppo di “Insieme per la Calabria” e la sua carica di presidente della Commissione speciale di vigilanza.
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