X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura
REGGIO CALABRIA – I magistrati inizialmente interpellati l’avevano chiarito, nessuna misura cautelare a carico di Rappoccio perché ancora non è stato reitegrato quale consigliere regionale. Trascorsi pochi giorni, però, Antonino Rappoccio, indagato per corruzione elettorale, è tornato a pieno titolo in seno al massimo organo legislativo regionale e quindi la nuova richiesta della Procura ha avuto esito favorevole. E’ stata, infatti, accolta dal tribunale di Reggio Calabria la richiesta inoltrata dal procuratore capo, Federico Cafiero de Raho, dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal sostituto Stefano Musolino che prevede l’obbligo di dimora in Calabria (LEGGI IL PDF) per il politico, attualmente imputato per corruzione elettorale. Secondo i giudici del tribunale di Reggio Calabria «il comportamento dell’imputato, quale si evince dalla produzione di una richiesta di dimissioni (peraltro respingibili, anche se una sola volta, dal Consiglio stesso) posticipata al 24.9.2013, senza alcuna apparente motivazione se non quella di mantenere la carica sino a tale data, connota in termini negativi la personalità dello stesso (apparendo – concludono i magistrati – prevedibile che egli, lungi dal discostarsi dal contesto che ha dato vista alla condotta incriminata, intenda permanere in seno al Consiglio per finalità diverse da quelle istituzionali)».
Per l’accusa Rappoccio avrebbe acquisito il consenso elettorale grazie a un meccanismo truffaldino, promettendo inesistenti posti di lavoro. Un’accusa scaturita dalle varie denunce avanzate dall’avvocato Aurelio Chizzoniti, primo dei non eletti e subentratogli in Consiglio dopo l’arresto di Rappoccio. Dopo una lunga fase cautelare (divisa tra carcere e arresti domiciliari), Rappoccio era stato scarcerato alcune settimane fa, riprendendo possesso del proprio seggio a Palazzo Campanella. Una vicenda che provocò diverse polemiche, alzate soprattutto da Chizzoniti: Rappoccio annuncerà la scelta di dimettersi solo il 24 settembre, sostenendo che nel periodo estivo non si sarebbe dotato di alcun tipo di struttura. Una scelta che ha portato la Procura alla richiesta dell’obbligo di dimora fuori dalla Calabria, accolta oggi nella mattinata. In seguito a questa decisione dei giudici, Rappoccio non potrà presenziare alle eventuali riunioni del Consiglio Regionale.
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE