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CASSANO ALLO IONIO – «Nel tesoro archeologico di Sibari c’è il futuro della Calabria». A dirlo attraverso twitter è il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, che oggi ha visitato il Parco archeologico di Sibari, sommerso in gran parte lo scorso gennaio a causa dell’esondazione del fiume Crati. «La storia di Sibari è affascinante, straordinaria. Prima di arrivare qui l’avevo studiata. Sibari è uno dei simboli del nostro Paese, lo abbiamo ereditato dal passato ed è di una grandezza inestimabile che, purtroppo, oggi versa in una situazione che mi preoccupa moltissimo». Bray nel corso della sua visita al Parco archeologico di Sibari per prendere cognizione di quello che è accaduto il 18 gennaio scorso, quando, a causa dell’esondazione del Crati, cinque ettari di area archeologica furono sommersi completamente da 200 mila metri cubi di acqua e fango, ha rimarcato l’importanza della cultura e della storia anche nel rilancio dell’economia nazionale e calabrese. Bray, che era accompagnato dal deputato del Pd Enza Bruno Bossio, dalla responsabile dell’area archeologica di Sibari, Silvana Luppino, e dal sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha visitato anche il Museo archeologico di Sibari e ha tenuto a evidenziare che «il ministero dei Beni culturali si è impegnato, immediatamente, con un primo intervento che era necessario ed essenziale. Mi sembra che incontrando i responsabili dell’area archeologica sibarita si capisca tutta la loro passione e anche il dovere che noi abbiamo di coinvolgerli nelle prossime azioni, che non potranno essere fatte senza la loro guida, senza il loro coordinamento, senza la loro attenzione. Siamo di fronte a un bene dell’umanità che, probabilmente, non è secondo a niente. In una regione straordinaria come la Calabria – ha continuato Bray – io ho sempre più la sensazione che se noi, intesi come lo Stato, le istituzioni locali, chi fa le scelte politiche, facciamo il nostro dovere questa regione può avere un futuro. Può e deve dare lavoro alle prossime generazioni. Tutto questo, però, va fatto nel rispetto di queste storie che ci sono state tramandate e che abbiamo il dovere di saper valorizzare e preservare. Su questo bisogna fare un piano molto rigoroso ed è quello che vorrò fare nel rispetto, ripeto, delle indicazioni che mi verranno dai dirigenti e da tutti coloro che lavorano nel mio ministero che, ancora una volta, mi dimostrano passione e grande professionalità. Per fare questo, però, bisogna imprimere una forte svolta. La svolta – ha concluso Bray – è quella di credere che la cultura è un bene del Paese e che in quanto tale va preservato e valorizzato. Se a questo noi riusciamo ad avvicinare l’impegno nella valorizzazione del turismo, che non può e non deve fare a meno di queste tracce del passato, perchè sono quelle che dimostrano il valore della civiltà del nostro Paese, credo che noi potremmo contare su due leve straordinarie, la cultura e il turismo, per assicurare un futuro al nostro Paese».

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