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Il destino Berlusconi passa anche per la Calabria. Tra i 23 membri della giunta per le elezioni del Senato che il prossimo 9 settembre dovrà decidere sulla decadenza del Cavaliere ci sono due calabresi che rappresentano l’8,70 % della forza complessiva della commissione. Essi sono la senatrice Doris Lo Moro, 58 anni, di Lamezia Terme, magistrato, già assessore regionale alla sanità. E’ un dirigente del Pd e verosimilmente voterà per la decadenza dell’ex premier. L’altro, del Pdl, è il senatore Nico D’Ascola, 59 anni, di Reggio Calabria, avvocato penalista, legale di fiducia del governatore Scopelliti e verosimilmente voterà per la non decadenza dell’ex premier. Uno pro e l’altro contro.
Dunque, la Calabria ha una rappresentanza di prim’ordine, due esperti giuridici che non faranno tappezzeria ma argomenteranno secondo scienza e coscienza. I due condividono una storia in comune. Entrambi sono figli di socialisti. Il padre di Doris è stato candidato alla Camera dei deputati nel collegio della Calabria nel 1963 per il Partito socialista italiano il cui leader era Pietro Nenni. Il padre di Nico si candidò nel decennio successivo al Senato della Repubblica nel collegio di Reggio Calabria per il Partito socialista italiano il cui leader era Giacomo Mancini. A quel tempo i socialisti reggini erano stati messi al bando dai boia chi molla. La sede del Psi di via Torrione  fu bruciata più volte dai rivoltosi. I socialisti non trovavano candidati neppure a pagarli d’oro. Per loro si candidò l’avvocato D’Ascola senior che prese una barca di voti.

IL destino Berlusconi passa anche per la Calabria. Tra i 23 membri della giunta per le elezioni del Senato che il prossimo 9 settembre dovrà decidere sulla decadenza del Cavaliere ci sono due calabresi che rappresentano l’8,70 % della forza complessiva della commissione. Sono la senatrice Doris Lo Moro, 58 anni, di Lamezia Terme, magistrato, già assessore regionale alla sanità. E’ un dirigente del Pd e verosimilmente voterà per la decadenza dell’ex premier: posizione che ha tra l’altro espresso chiaramente. L’altro, del Pdl, è il senatore Nico D’Ascola, 59 anni, di Reggio Calabria, avvocato penalista, legale di fiducia del governatore Scopelliti e in passato anche socio dello studio capitolino di Niccolò Ghedini, l’avvocato difensore di Berlusconi. Verosimilmente, quindi, D’Ascola voterà per la non decadenza dell’ex premier. Uno pro e l’altro contro, quindi.
Dunque, la Calabria ha una rappresentanza di prim’ordine, due esperti giuridici che non faranno tappezzeria ma argomenteranno secondo scienza e coscienza. I due condividono una storia in comune. Entrambi sono figli di socialisti. Il padre di Doris, professore, è stato candidato alla Camera dei deputati nel collegio della Calabria nel 1963 per il Partito socialista italiano il cui leader era Pietro Nenni. Il padre di Nico, avvocato anch’egli come il figlio, si candidò nel decennio successivo al Senato della Repubblica nel collegio di Reggio Calabria per il Partito socialista italiano il cui leader era Giacomo Mancini. A quel tempo i socialisti reggini erano stati messi al bando dai boia chi molla. La sede del Psi di via Torrione  fu bruciata più volte dai rivoltosi. I socialisti non trovavano candidati neppure a pagarli d’oro. Per loro si candidò l’avvocato D’Ascola senior che prese una barca di voti.

 

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