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CATANZARO – Attilio Renzulli è idoneo a svolgere l’attività medico-assistenziale. A dirlo è la commissione medica di verifica. Gli fa eco il legale del professionista, Francesco Pitaro che chiede il reintegro del medico, entro 48 ore, in reparto. Dopo «numerosissime richieste rimaste prive di risposte e di interventi, il professor Renzulli ha chiesto – scrive il legale – con atto inviato al rettore e al direttore generale dell’Azienda Mater Domini e al presidente Scopelliti, l’utilizzo per uso esclusivo della cardiochirurgia dell’unità di terapia intensiva nonché la divisione medico/strutturale della sala operatoria della cardichirurgia dalle altre sale operatorie, avvertendo che in mancanza avrebbe chiesto l’intervento della Procura della Repubblica e del Ministero al fine di verificare la salubrità degli ambienti e la conformità alla normativa dei detti ambienti». 

Da quel momento – continua la diffida firmata da Pitaro – «i soggetti destinatari delle richieste hanno avviato un percorso diretto a “rimuovere” il Renzulli dal ruolo di primario della cardiochrirugia e addirittura dal reparto». Un percorso che si è scontrato con la decisione della Commissione: il primario rimosso è in perfetta salute e chiede di tornare al proprio posto. E anche di «emettere un avviso/bando per la nomina e scelta del primario che deve essere individuato alla luce dei criteri di legge e dei titoli e dell’esperienza medica e scientifica e sanitaria svolta». Renzulli, vince, così la battaglia di una “guerra” combattuta tra Tar, giudice del lavoro e Procura della Repubblica. Una “guerra” difficile che il professionista campano, da molti anni residente a Catanzaro Lido, non ha mai dovuto affrontare da solo. Accanto a lui ci sono sempre stati i suoi pazienti. Che mai, in questi mesi, lo hanno lasciato solo.
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