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REGGIO CALABRIA – Nuove grane “da vitalizio” per Albero Sarra. Dopo quelle mediatiche, infatti, arrivano anche quelle economiche. Il sottosegretario alle Riforme, infatti, dovrà rinunciare a quindici mesi di assegni per l’inabilità permanente di cui soffre dal 2010. 
Il dirigente del settore “Risorse umane” Carlo Pietro Calabrò, infatti, ha avviato un’azione di recupero delle somme “erroneamente” percepite dall’ex consigliere regionale Alberto Sarra dal 7 gennaio del 2010 (data dell’evento che ha segnato il fisico del politico reggino) e l’11 novembre del 2012 (giorno in cui Alberto Sarra ha presentato la domanda per ottenere il riconoscimento del vitalizio).
In soldoni sono più di 110 mila euro quelli che il settore “Risorse umane” di Palazzo Campanella dovrebbe recuperare. Ad Alberto Sarra, infatti, ad agosto dello scorso anno – quando la sua pratica venne definita – venne riconosciuto un assegno vitalizio, (in base alle previsioni della legge numero 3 del 1996 sul trattamento indennitario dei consiglieri regionali), di 7490,33 euro al loro delle ritenuto di legge, con decorrenza dal 7 gennaio del 2010. 
La decisione delle “Risorse umane” del consiglio regionale è la diretta conseguenza della rettifica in autotutela della determina, con la quale veniva assegnato il vitalizio al sottosegretario alle Riforme, firmata dal segretario generale Nicola Lopez. 
Solo ventiquattro ore prima, infatti, la segreteria segnalava che: “da un riesame approfondito degli atti che hanno determinato l’individuazione della decorrenza del beneficio, è risultata l’erronea applicazione del comma 3 dell’articolo 16 della legge regionale numero 3 del 1996 nel presupposto che il termine in ogni caso determinasse il diritto all’assegno vitalizio a far data dall’evento con il quale l’ex consigliere regionale ha subito la menomazione fisica”.
Il segretario generale di Palazzo Campanella, all’esito della verifica sulla pratica, ha “ravvisato che la decorrenza del beneficio dell’assegno vitalizio debba essere determinata dal giorno in cui è stata presentata la domanda”.
Quello del vitalizio ad Alberto Sarra è diventato un caso mediatico nazionale. Giudicato inabile al lavoro al 100%, per le ricadute di un problema di salute importante, al sottosegretario regionale alle Riforme venne riconosciuta l’indennità. La delibera ora contestata e ridimensionata gli riconosceva gli arretrati per un totale di 30 mesi pari a circa 225 mila euro. Nei mesi successivi Sarra venne anche “sorpreso” a prendere parte ad una partita amichevole di basket e, forze anche a causa del tam tam mediatico, dichiarò di aver deciso di rinunciare a quel vitalizio da sette mila euro al mese.

REGGIO CALABRIA – Nuove grane “da vitalizio” per Albero Sarra. Dopo quelle mediatiche, infatti, arrivano anche quelle economiche. Il sottosegretario alle Riforme, infatti, dovrà rinunciare a venticinque mesi di assegni per l’inabilità permanente di cui soffre dal 2010. Il dirigente del settore “Risorse umane” Carlo Pietro Calabrò, infatti, ha avviato un’azione di recupero delle somme “erroneamente” percepite dall’ex consigliere regionale Alberto Sarra dal 7 gennaio del 2010 (data dell’evento che ha segnato il fisico del politico reggino) e l’11 novembre del 2012 (giorno in cui Alberto Sarra ha presentato la domanda per ottenere il riconoscimento del vitalizio).

In soldoni sono più di 110 mila euro quelli che il settore “Risorse umane” di Palazzo Campanella dovrebbe recuperare. Ad Alberto Sarra, infatti, ad agosto dello scorso anno – quando la sua pratica venne definita – venne riconosciuto un assegno vitalizio, (in base alle previsioni della legge numero 3 del 1996 sul trattamento indennitario dei consiglieri regionali), di 7490,33 euro al loro delle ritenuto di legge, con decorrenza dal 7 gennaio del 2010. La decisione delle “Risorse umane” del consiglio regionale è la diretta conseguenza della rettifica in autotutela della determina, con la quale veniva assegnato il vitalizio al sottosegretario alle Riforme, firmata dal segretario generale Nicola Lopez. 

Solo ventiquattro ore prima, infatti, la segreteria segnalava che: “da un riesame approfondito degli atti che hanno determinato l’individuazione della decorrenza del beneficio, è risultata l’erronea applicazione del comma 3 dell’articolo 16 della legge regionale numero 3 del 1996 nel presupposto che il termine in ogni caso determinasse il diritto all’assegno vitalizio a far data dall’evento con il quale l’ex consigliere regionale ha subito la menomazione fisica”. Il segretario generale di Palazzo Campanella, all’esito della verifica sulla pratica, ha “ravvisato che la decorrenza del beneficio dell’assegno vitalizio debba essere determinata dal giorno in cui è stata presentata la domanda”.

Quello del vitalizio ad Alberto Sarra è diventato un caso mediatico nazionale. Giudicato inabile al lavoro al 100%, per le ricadute di un problema di salute importante, al sottosegretario regionale alle Riforme venne riconosciuta l’indennità. La delibera ora contestata e ridimensionata gli riconosceva gli arretrati per un totale di 30 mesi pari a circa 225 mila euro. Nei mesi successivi Sarra venne anche “sorpreso” a prendere parte ad una partita amichevole di basket e, forze anche a causa del tam tam mediatico, dichiarò di aver deciso di rinunciare a quel vitalizio da sette mila euro al mese.

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