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CATANZARO – Non accenna a diminuire anzi si accende giorno dopo giorno la polemica all’interno dei centristi esplosa all’indomani delle dimissioni di Maria Monti da Scelta Civica. A puntare il dito contro l’ex premier questa volta è Katia Stancato, candidata in Calabria al Parlamento alle ultime elezioni e oggi coordinatrice regionale di Scelta Civica. «Caro Senatore Monti – scrive la Stancato in una lettera aperta all’ex premier – come lei ha ripetuto molte volte Scelta Civica non è un partito personale, è una comunità di uomini e di donne animati dall’idea di sottrarre l’Italia alla morsa di una così detta Seconda Repubblica inconcludente e litigiosa. Bene, da coordinatrice regionale del partito voglio dirle con molta chiarezza che il gesto delle sue dimissioni rischia di gettare alle ortiche tutto quello che fin qui abbiamo costruito». 

Per la Stancato «le dimissioni non sono mai un gesto individuale, a maggior ragione se a rassegnarle è il fondatore di un movimento politico, perchè le conseguenze riguardano tutta la comunità di appartenenza. E invece le sue dimissioni sono state date come se fossero un atto esclusivamente personale senza ragionare sulle conseguenze che avrebbero scatenato». 
Dopo aver rimarcato che per denunciare «una operazione contraria ai principi su cui abbiamo scelto di costituire Scelta Civica ci sarebbero stati altri modi», l’economista calabrese contesta a Monti di aver scelto di «chiudere tutta la vicenda attorno al proprio destino individuale, giocare per se più che per la squadra. E questo da persona impegnata nel Terzo Settore che ha scelto di fare politica per servire una causa comune non posso accettarlo. Quella generosità che l’ha caratterizzata quando ha acconsentito, e non so quanti lo avrebbero fatto, a guidare un’Italia sull’orlo del baratro – aggiunge – non può lasciare il posto a un sentimento che non capisco e che però rischia di oscurare anche le buone intenzioni, la passione e la convinzione di chi lavora sui territori». 
Passando al piano più eminentemente politico la Stancato chiarisce che «il problema non è cosa rispondere a Casini nei corridoi del Senato, il problema è cosa dire al nonno che ho convinto a farsi la tessera e a regalarla a suo nipote perchè fosse protagonista di una stagione nuova del nostro paese; il problema è cosa dire alla signora che nonostante il lavoro precario di suo marito e 3 figli piccoli ha deciso di spendere 15 euro perchè, e sono parole sue, “sperare è meglio che disperare”». 
In chiusura l’attivitsta calabrese spega di aver voluoto scrivere a Monti «perchè penso sia giusto che ci si confronti anche lei assieme a me. Perchè siamo nati insieme per la politica della strada, non per la politica dei corridoi, che non si addice alla sua storia. Vorrei, davvero, che dopo averle scritto, confidando nel suo spirito generoso verso l’Italia, lei ripensasse alla sua decisione e, con un gesto di rinnovato altruismo, decidesse di aiutarci ad arrivare al congresso e lì sciogliere nodi e questioni aperte. SC – sottolinea – ha bisogno di lei, del suo impegno, di un suo ruolo attivo e pienamente politico».
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