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CATANZARO – Le prime avvisaglie c’erano già state. A Catanzaro, ad esempio, dove l’elezione dei delegati al congresso provinciale si è svolta in un clima di grande tensione (LEGGI L’ARTICOLO). Ma analoghe situazioni si erano ravvisate anche in molte realtà locali, con contestazioni e ricorsi. Così, il caso è diventato di livello nazionale, al punto da costringere il responsabile nazionale della Commissione congresso, Davide Zoggia, ad intervenire direttamente. E il deputato renziano Ernesto Magorno lancia accuse pesanti, chiama in causa il coordinatore regionale del partito, Giovanni Puccio, annuncia la richiesta di intervento del segretario nazionale Epifani e minaccia il ritiro dei candidati.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quella di Cosenza, dove sono state segnalate anomalie. Le contromisure prese per evitare impennate anomale nei tesseramenti stanno provocando qualche inconveniente in alcune province in cui sono in corso congressi territoriali del Pd. E in particolare, a quanto riferito da parlamentari locali, a Cosenza e a Catanzaro dove sono segnalati casi di persone che volevano iscriversi e votare ma sono state respinte. 
Qualche giorno fa Davide Zoggia, a nome della commissione congresso, ha inviato alle federazioni una circolare in cui si stabiliscono soglie di aumento massimo del tesseramento, calcolate sul numero precedente degli iscritti e dei voti ottenuti dal Pd alle ultime elezioni: più o meno tra il 20 e il 30%. Se il numero degli iscritti lievitasse oltre, scatterebbero verifiche ma solo successive. Dunque niente blocco delle iscrizioni, come invece si è verificato in alcune zone. Immediato è scattato l’allarme dei renziani. Lorenzo Guerini ha scritto a Zoggia per segnalare il problema e chiedere un intervento immediato. 
E il responsabile Enti locali del Pd ha contattato la federazione di Cosenza per chiarire l’interpretazione autentica della circolare. “Nessuno deve essere respinto e a nessuno deve essere impedito di votare”, ha assicurato Zoggia, “chi blocca il voto sbaglia”. Il sospetto, nemmeno tanto velato, dei renziani è che la vecchia maggioranza sia tentando di contingentare i nuovi tesseramenti per penalizzare i candidati vicini a Matteo Renzi. La proposta di un tetto, però, è stata avanzata qualche giorno fa alla commissione congresso da Roberto Morassut, veltroniano ora vicino al sindaco di Firenze. Il rischio, con un’interpretazione forzata, è che qualcuno cui è stato impedito di iscriversi faccia ricorso. In quel caso il congresso territoriale potrebbe essere invalidato.
«COMPORTAMENTI GRAVISSIMI». L’affondo sulla situazione calabrese arriva dal deputato renziano Ernesto Magorno: «Intendo denunciare ciò che di assurdamente antidemocratico è avvenuto nel Pd calabrese negli ultimi giorni – ha detto il deputato -. Risulta infatti, com’è stato diffuso anche dagli organi di stampa, che sulla base della circolare nazionale trasmessa dal Responsabile nazionale dell’Organizzazione Davide Zoggia, le Commissioni Provinciale di Garanzia hanno fissato il tetto massimo del tesserati per ciascun circolo. Da questo si sono verificati in alcuni circoli delle nostre provincie, a Catanzaro ieri e a Paola oggi, dei comportamenti che risulterebbero essere surreali e gravissimi in qualsiasi organismo che si vuole definire democratico e pluralista, con l’allontanamento di cittadini ai quali è stato impedito di iscriversi al nostro partito. Tutto questo è avvenuto nonostante il fatto fossero state segnalate le suddette e palesi violazioni delle disposizioni statutarie e regolamentari e che su tali questioni il coordinatore regionale, Giovanni Puccio fosse stato, richiamato e sollecitato ad intervenire». 
«Sulla base di quanto accaduto sarà richiesto un incontro urgente al segretario nazionale Epifani, da parte di chi non si sente più garantito da quegli organismi che dovrebbero assicurare un corretto equilibrato ed imparziale funzionamento delle fase congressuale. Questi ultimi incresciosi accadimenti sommati alla irrisolta questione di Rossano e a quanto verificatosi nei confronti del sindaco di Orsomarso, hanno incrinato quel rapporto di fiducia che si dovrebbe riporre nei Comitati di Garanzia. Se non dovessero giungere delle risposta adeguate – dice infine Magorno – credo che sarà giusto il ritiro delle candidature da parte di quelle componenti che non si sentono adeguatamente tutelate, in un confronto che dovrebbe essere paritario, trasparente e democratico».
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