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COSENZA – Un terremoto che rischia di compromettere gli equilibri non solo provinciali di Cosenza ma anche regionali del Pd quello innescato dalla decisione dell’ex deputato Franco Laratta, candidato alla segreteria provinciale appoggiato dai renziani, di ritirarsi dalla competizione perchè «non ci sono più le condizioni minime indispensabili per celebrare in provincia di Cosenza un congresso all’insegna della trasparenza, dell’equilibrio e nel rispetto delle regole congressuali. Per queste ragioni – abbiamo deciso di ritirare la candidatura alla segreteria provinciale e di chiedere la sospensione del congresso. Questo congresso sta diventando una resa dei conti ed uno scontro all’ultimo colpo. Io non sono disponibile a partecipare ad una corsa che porta alla distruzione di quel poco che c’è di Pd in Calabria». 

Laratta, così come aveva fatto nei giorni scorsi per denunciare irregolarità nel tesseramento e nei congressi di circolo, ha inviato una lettera alla Commissione nazionale di Garanzia del Pd. «Viste le condizioni di assoluta mancanza – scrive Laratta – del rispetto delle regole congressuali, che nei fatti ha sin qui impedito e impedisce l’adesione personale e convinta al partito, limitando così la partecipazione. Molte assemblee si sono tenute con la presenza di garanti che hanno operato come pasdaran faziosi inducendo alcuni dei commissari ad abbandonare per protesta i lavori. Proprio oggi – prosegue – la Commissione di garanzia provinciale, ha deciso a maggioranza di non decidere su alcun ricorsi urgenti. E’ per questo ritengo siano venute meno le condizioni politiche che hanno determinato la mia candidatura. Nel confermare la mia decisione irrevocabile di ritirare la candidatura alla segreteria provinciale del Pd Cosenza, alla luce delle diffuse e contestate irregolarità, si invoca un provvedimento di annullamento o sospensione della fase congressuale del Pd della provincia di Cosenza». 
Alla decisione di Laratta è seguita la ferma presa di posizione di Luigi Guglielmelli, suo antagonista nella corsa alla segreteria. Guglielmelli ha voluto evidenziare che «è davvero sospetta questa drammatizzazione che Laratta vuole operare con il ritiro della sua candidatura. E’ come se volesse allagare il campo per non giocare la partita. In riferimento ai garanti inviati a presiedere i congressi finora svolti non sfugge a Laratta che sono stati nominati unitariamente e d’intesa tra i rappresentanti di entrambi i candidati. Insomma più che uno scontro sulle procedure e sulle regole mi pare essere una competizione tra chi si propone custode dell’integrità morale e dell’autonomia politica della funzione del Pd e chi vorrebbe che il Pd fosse un partito alla mercè dei signori delle tessere». 
In conclusione Gugliemelli chiarisce che «mi sarei aspettato dall’ex parlamentare Laratta che ci avesse invitato ad una comune riflessione su chi sono coloro che, improvvisamente e massicciamente, si presentano in alcuni congressi di circolo e chi per loro paga le tessere. Non sono credibili, dunque, le ragioni che Laratta ha esposto per motivare il ritiro della sua candidatura. Anzi, con questa scelta, di fatto giustifica e sollecita la pratica deleteria dei pacchetti di tessere e del voto di scambio a suo sostegno. A meno che Laratta non sia stato spinto in questa scelta dai capi corrente che lo hanno designato perchè preoccupati che, attraverso una libera e trasparente competizione congressuale, si prefigurasse anche per loro una pesante sconfitta».
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